Le persone vegane raddoppiano. È la fotografia dell’Italia vegana fatta da Eurispes nel 31° Rapporto Italia – l’analisi annuale della situazione economica, politica e sociale del nostro Paese – presentato il 31 gennaio nell’Aula Magna dell’ Università La Sapienza di Roma.
Dall’1% dell’anno scorso le persone vegane sono aumentate all’ 1,9%, il doppio, in pratica. Essendo la popolazione italiana stimata intorno ai 60 milioni possiamo calcolare che il numero di vegani si attesti intorno al milione e 200 mila. E poiché l’insieme di vegetariani e vegani da sei anni è stabilmente intorno al 7,3% della popolazione, è probabile che molti vegetariani, trovatisi davanti a un bivio etico abbiano deciso di approfondire la loro scelta diventando vegani.
Vegan: un nuovo stile di vita
Dalle stime emerge anche che il 25,1% della popolazione complessiva vegetariana e vegana ha dichiarato che la scelta risponde all’esigenza di uno stile di vita diverso, e il 30% che lo fa per avere benefici di salute.
Vi è anche chi ha provato e desistito: è il 4,9% della popolazione, di esso un terzo ha dichiarato di aver lasciato desiderando avere un’alimentazione “più completa” e una percentuale leggermente maggiore per non dover patire “troppe rinunce”.
Il gradimento dei prodotti cruelty free
L’attenzione del Rapporto è posta anche ai consumi e quindi al carrello della spesa, dove aumentano senza sosta gli acquisti alimentari cruelty free, non necessariamente collegati a una scelta salutista o etica: sono prodotti che piacciono, come sapore e per come si presentano, offrendo anche l’idea non peregrina che siano più salutari e leggeri, «che facciano meglio».
Oggi anche i supermercati si sono attrezzati offrendo al consumatore medio affettati e formaggi vegani anche a marchio proprio, una vasta gamma di latte di origine vegetale e di piatti pronti, “cestini della merenda” con tramezzini e plateau monoporzione pronti da consumare a scuola o in ufficio. Anche nelle mense aziendali private e pubbliche è ormai quasi sempre presente l’opzione vegana e le aziende che producono in questo settore sono più che mai fiorenti, e questo è un altro dato positivo che porta con sé – tranne alcune eccezioni – lavoro e posti di lavoro etici e puliti.
Dalla statistica risulta evidente che il grande pubblico gradisce questi prodotti, infatti oltre un quarto dei consumatori (il 26%) acquista prodotti senza lattosio, ma solo l’8,5% lo fa a causa di sensibilità alimentare e intolleranza; come accade anche che un italiano su quattro (il 19,3%) compri prodotti senza glutine, anche se gli intolleranti effettivi sono solo il 6,4%.
Scelta vegana per etica
Il Rapporto Eurispes sceglie ogni anno un tema che funziona da lente di ingrandimento per i dati raccolti, il 2019 ha avuto come filo rosso “Riscoprire la qualità”: da questa particolare angolazione non è un caso che la presenza vegana raddoppiata spinga più in alto la qualità di ciò che si mangia, perché porta con sé l’esigenza di un’informazione corretta e trasparente (ingredienti, dichiarazione del produttore, tracciabilità del prodotto…) e più consapevolezza negli acquisti. Per contro la scelta vegana etica comporta spesso una dose massiccia di frustrazione e di disagio quotidiani (coscienza di che cosa accade agli Animali ogni giorno, rapporti con colleghi e familiari carnivori, ostilità altrui…) di cui nessun rapporto o indagine si sono ancora occupati.
Ilaria Beretta
Progetto Vivere Vegan Onlus