“E il cane incontrò il quartiere – Dal sud una nuova idea di convivenza” è un libro sulla pratica del cane quartiere, un’esperienza che viene dal basso, che viene dal sud e che ha aperto un acceso dibattito perché tocca diverse sensibilità, perché, di fatto, si tratta della prima forma ufficializzata di convivenza tra noi e un’altra specie libera, inserita nelle comunità e partecipe della nostra vita quotidiana.
Quella del cane di quartiere è una nuova idea di convivenza che mette fortemente in discussione la nostra classica idea di cane, che è tutta occidentale e indissolubilmente connessa al concetto di pet, di “cane da compagnia”, di cane trattato come un peluche da spupazzare, un’idea che ci ha portati a trasformarlo in oggetto di proprietà da intestare a uno e un solo padrone, in merce che si può scegliere e comprare e poi rottamare nei canili quando non serve o non piace più. È un’idea che in pochi anni ha generato un’industria, quella del pet-food e del pet-care, che fattura miliardi di euro all’anno e che, come ovvia conseguenza, ha bisogno di nuova merce da immettere continuamente sul mercato.
Fedeli a questa falsa idea di cane, abbiamo sempre cercato di risolvere i problemi di convivenza con loro utilizzando la reclusione e la deportazione. Con la pratica del cane di quartiere, invece, si cerca finalmente di rispondere con il riconoscimento della loro libertà e con il rispetto delle loro scelte. Tutto questo sta avvenendo con l’appoggio e il sostegno della popolazione del Sud che, nonostante qualche resistenza dovuta ai condizionamenti indotti dall’idea di cane “fefe” (è così che definiamo in questo il libro il cane “felice” e “fedele” che deve conformarsi totalmente alle nostre aspettative, desideri e necessità), in linea generale tende a riconoscere e apprezzare l’importanza e la bellezza di questa esperienza, dando credito e spazio a un immaginario molto più antico, ma ancora vivo e vegeto dentro di noi: quello che riguarda il patto ancestrale di fiducia, rispetto e libertà che abbiamo stretto con i cani.
UNO SPIRAGLIO DI LUCE
Abbiamo immaginato questo libro proprio come una scossa, una dirompente zampata a questa falsa idea di cane “fefe” che, in realtà, è solo una delle tante manifestazioni della pulsione umana a dominare ogni animale con cui entriamo in contatto, con cui scegliamo di entrare in relazione.
Il cane di quartiere non è certo la bacchetta magica che risolverà tutti i problemi che caratterizzano la nostra convivenza con loro, ma dopo le tante nubi all’orizzonte che ci hanno indotto a soluzioni ciniche come le catene, i canili e tutti gli addestramenti che plasmano e condizionano i cani solo in base ai nostri personali interessi, è finalmente uno spiraglio di luce, un passo decisamente in controtendenza che si muove nella direzione giusta, ponendo le basi per una convivenza fondata sull’accoglienza e sulla libertà, sulla tolleranza e il rispetto di individui di una specie diversa dalla nostra.
Il libro descrive le origini, il contesto e le caratteristiche del cane di quartiere, un cane che viene accolto come membro libero della comunità, che viene nutrito e monitorato da volontari certificati, che crea relazioni, che partecipa agli eventi pubblici diventando un vero e proprio “collante sociale”, promuovendo rapporti basati sulla cura, stimolando pensieri trasversali sulla libertà, sulla diversità e sulla condivisione degli spazi.
Si ripercorrono le diverse tappe storiche e legislative che hanno portato a riconoscere il cane di quartiere come una pratica necessaria e virtuosa che sta trasformando un’emergenza in una risorsa. Ma non mancano anche le indicazioni su come approcciarsi a questa nuova idea di convivenza, su come organizzarsi affinché venga accolta nei tanti diversi territori che, sempre di più, se ne stanno interessando.
UN ACCESO DIBATTITO
Intorno al cane di quartiere si è aperto un acceso dibattito che tocca diverse sensibilità perché, di fatto, si tratta della prima forma ufficializzata di convivenza tra noi e un’altra specie libera, inserita nelle comunità e partecipe della nostra vita quotidiana.
“E il cane incontrò il quartiere – Dal sud una nuova idea di convivenza” è quindi un libro che pone il lettore di fronte all’annoso scontro tra due forme mentali: libertà contro reclusione, rispetto e accoglienza nelle nostre comunità contro dominio, chiusura, controllo totale e riduzione a merce. Per riuscire a far emergere la prima occorrerà un serio lavoro basato sulla collaborazione tra le figure professionali più evolute della cinofilia, il mondo del volontariato, dell’associazionsmo e quello dell’attivismo. Ma sarà altrettanto indispensabile una consapevolezza politica che riesca a vedere le profonde implicazioni sociali insite in un rapporto più aperto con i cani, che riesca a raccogliere la spinta che viene dal basso, da tutte quelle persone che ne percepiscono l’importanza e la bellezza.
UN’ESPERIENZA CHE VIENE DAL SUD
Quella del cane di quartiere è un’esperienza che viene dal basso, che viene dal Sud, ma è anche la voce di una diversa sensibilità sempre più diffusa, che ci riporta alle origini del nostro incontro con i cani, del patto di mutuo aiuto e reciproca assistenza che abbiamo stretto con loro.
I cani hanno dato prova di grandi capacità di adattamento, per migliaia di anni hanno modificato il loro modo di vivere e di approcciarsi alle nostre comunità. Ora anche noi dobbiamo fare
la nostra parte.
Ci teniamo a concludere questa presentazione con un brano di Enrica Ceccarini, la ricercatrice, scrittrice ed esperta educatrice cinofila che ha accettato con entusiasmo di scrivere la prefazione e che ringraziamo di cuore. Sono le parole riportate anche sull’aletta di copertina che aprono questo avventuroso ed emozionante viaggio nel mondo del cane di quartiere.
Un cane può vivere senza un “padrone”?
Al posto di una “famiglia”, può avere molti amici?
Un cane può vivere senza quella che noi chiamiamo “casa”?
Al posto di un divano e di qualche muro, può avere molte dimore ed essere felice?
E se può, quanto la società in cui viviamo è pronta ad accordare a un cane questi diritti?
Quanti di noi sono pronti a onorare le libere scelte che palpitano all’interno della realtà del cane di quartiere?
Sono queste le domande alle quali il libro non offre risposte assolute, ma urgenti riflessioni di rara intelligenza osservativa.
Lo so: per chi vive al Nord, questo è un concetto stravolgente.
Allora, prima di ostentare un’opinione sull’argomento, andiamo al Sud.
Andiamo a guardare con i nostri occhi.
Andiamo a sentire con i nostri cuori.
Andiamo a conoscere i cani e i loro quartieri.
Andiamo ad ascoltare le loro storie di vita libera e consapevole.
E ancora prima, leggiamo libri come questo.
“E il cane incontrò il quartiere – Dal sud una nuova idea di convivenza” di Troglodita Tribe è disponibile sul sito di Pop Edizioni e nelle migliori librerie indipendenti (non lo trovate su Amazon).
Troglodita Tribe
Progetto Vivere Vegan