di Asia Giordano, 29/05/04
Carissimi amici,
spesso mi è stata rivolta la domanda provocatoria “perchè occuparsi degli animali con tutti i bambini in Africa che muoiono di fame?“.
A volte indispettita dalla superficialità della domanda ho liquidato l’argomento con una contro-domanda “e tu cosa fai per i bambini africani?“, ma ora, forte dei dati scientifici alla mano e da pubblicazioni della FAO, e di autorevoli altre fonti, vi spiego, per chi avrà la voglia di leggere queste mia e-mail, perchè io, con la mia scelta etica, aiuto anche il bambino africano.
Sarò breve rispetto alla complessità dell’argomento. Procediamo per passi, per poi riflettere su una conclusione ovvia ma sconcertante. Iniziando con l’animalismo tempo fa pensavo come molti di voi che “salvare una mucca” e “salvare un bambino” fossero due realtà parallele, perseguibili entrambe secondo le empatie personali, ma due realtà parallele e ben distinte.
Questo e’ fondato su un presupposto totalmente fasullo, e vi spiego perchè: LA FAME NEL MONDO: quando si parla di fame nel mondo abbiamo tutti in mente le immagini dei bambini con la pancia gonfia dell’Etiopia, immagini terribili e commoventi. I mass media ci raccontano che non hanno cibo e la gente pensa di risolvere il problema con un’adozione a distanza, mandando 50 euro e poi sta felice a casa sua a mangiare bistecche. Forse non tutti hanno riflettuto sul fatto che anche in periodo di terribile carestia, il cibo in Etiopia c’è, solo che viene portato via per la civiltà industrializzata, ebbene si’ più del 90% del cibo dell’Etiopia viene portato via. Cosi’ in Brasile, quasi la totalità del territorio coltivabile ed il ricavato serve per foraggiare gli allevamenti (da intensivi si parla di estensivi) per nutrire l’Europa e gli Stati Uniti che mangiano…carne.
Cosi’ in India, il 75% del cibo animale viene esportato. Ora, riflettete sul fatto che tutto questo cibo viene portato via, non per nutrire noi, ma per nutrire gli animali che noi mangiamo!!! Spiego meglio secondo il cosiddetto “indice di conversione“: questo indice misura la quantità di cibo necessaria a far crescere di 1 kg l’animale. Ad un vitello servono 13 kg di mangime per aumentare di 1 kg, mentre ne servono 11 a un vitellone (un bue giovane) e 24 ad un agnello. Se si considera poi che l’animale non e’ tutta carne, ma vi sono anche gli “scarti“, queste quantità vanno raddoppiate. Il rendimento delle proteine animali e’ ancora piu’ basso. Un bovino, ad esempio, ha un’efficienza di conversione delle proteine animali di solo il 6%: consumando cioe’ 790 kg di proteine vegetali, produce meno di 50 kg di proteine.
Dati alla mano, a chi interessa: L’economista Frances Moore Lappe’ fa notare come, nel 1979, 145 milioni di tonnellate di cereali e soia siano stati utilizzate negli USA come mangime per gli animali. Di queste, solo 21 milioni sono state poi rese disponibili per l’alimentazione umana in forma di carne, latte e uova. I 124 milioni di tonnellate di cibo vegetale sprecato avrebbero fornito una porzione di cibo nutriente per tutti gli esseri umani
della Terra, ogni giorno, per un anno. Allora, se il mondo va sempre piu’ verso una dieta vegetariana non e’ forse detto che si risolvera’ il problema delal fame nel mondo (purtroppo per ragioni economiche..), ma sicuramente se il consumo di carne non diminuisce tutte
queste persone moriranno certamente (le mie fonti sono FAO, USA Agency for International Development, e le imperdibili conferenze del Dott. Tettamanti, mitico chimico ambientale).
Altra questione, importantissima, i TUMORI: (e vi dico subito che le fonti sono il World Cancer Institute e Journal of the National Cancer Institute). Una frequente osservazione che mi e’ stata rivolta “ma voi vegetariani/vegani avrete mille problemi di salute, carenze, mancanze, ossa, proteine…“; ed invece vi spiego cosa noi vegetariani/vegani NON rischiamo rispetto a coloro che mangiano carne: immagino che tutti sappiano che per avere carne che si trova sul mercato, per avere costi cosi’ bassi, i bovini sono stati sottoposti a terapie antibiotiche, ormoni, estrogeni, etc etc, tutti quanti. Ammettiamo che non ve ne freghi nulla delle condizioni in cui si trovano questi bovini, e di come vengono macellati, lasciamo perdere questo aspetto. Iniziamo a pensare che tutti questi prodotti chimici vengono introdotti nel ciclo alimentare di chi mangia quella stessa carne. Riflettiamo sul fatto l’uomo per il profitto ha trasformato la mucca, da erbivora che era, in carnivora (mangimi e pastoni somministrati con farine di carne che bene conosciamo).
Ritorniamo ai tumori: Secondo la pubblicazione del Journal of the National Cancer Institute del 1981, le cause dei tumori sono prevedibili all’80%. Allora, sempre dati alla mano, la morte per tumore e’ dovuta:
30% tabacco
35% fattori alimentari
Questi studi, in breve, sono studi epidemiologici, ovvero condotti per periodi di moltissimi anni, su consistenti campioni di persone, in modo da ottenere un risultato affidabile e certo scientificamente, e soprattutto che tenga conto dell’evoluzione dei soggetti ed il rapporto di causalita’ fra consumo di carne e sviluppo del tumore. Perche’, perche’ mi chiedo, si fa una massiccia campagna contro il fumo, e nessuno vi dice che lo sviluppo dei tumori va di pari passo al consumo di carne?? Per interessi economici, sulla nostra pelle. (Il World Cancer Institute raccomanda per la prevenzione dei tumori le diete vegetariane).
NEL MONDO NON C’E’ ACQUA: una pura e semplice considerazione: il 70% dell’acqua utilizzata sul pianeta e’ consumato dalla zootecnia e dall’agricoltura (i cui prodotti servono per la maggior parte a nutrire gli animali d’allevamento). Quasi la meta’ dell’acqua consumata negli Stati Uniti e’ destinata alle coltivazioni di alimenti per il bestiame. Allora, ci hanno rotto i coglioni per una vita, dicendoci di chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti, ma nessuno vi ha mai detto che per produrre un chilo di carne, si usa una quantita’ d’acqua pari al consumo di acqua di una famiglia intera per un anno!!! La conclusione ovvia e’ che se rinunciate ad una bistecca al mese, avete un risultato 20 volte maggiore rispetto alla riduzione del consumo d’acqua.
IMPATTO AMBIENTALE: gli animalisti, almeno quelli che conosco io, sono sicuramente tutti ambientalisti; non e’ pero’ detto che gli ambientalisti siano tutti animalisti. Un esempio lampante: che senso ha andare a manifestare a Firenze contro il disboscamento della foresta amazzonica con un panino al prosciutto in mano? Ora vi spiego perche’: Le conseguenze piu’ drammatiche del consumo di latte e carne si verificano nel Terzo Mondo: il disboscamento operato per far posto agli allevamenti di bovini destinati a fornire proteine animali all’Occidente ha distrutto in pochi anni milioni di ettari di foresta pluviale. Ogni anno scompaiono 17 milioni di ettari di foreste tropicali. L’allevamento intensivo non ne e’ la sola causa, ma sicuramente gioca un ruolo primario: nella foresta Amazzonica l’88% dei terreni disboscati e’ stato adibito a pascolo e circa il 70 % delle zone disboscate del Costa Rica e del Panama sono state trasformate in pascoli. Le conseguenze piu’ drammatiche del consumo di latte e carne si verificano nel Terzo Mondo: il disboscamento operato per far posto agli allevamenti di bovini destinati a fornire proteine animali all’Occidente ha distrutto in pochi anni milioni di ettari di foresta pluviale. Non ultime, le deiezioni dei bovini producono una quantita’ di metano responsabile del 15-20 % dell’effetto serra globale. Inoltre, l’80%-90% dell’ammoniaca immessa nell’atmosfera viene emessa dagli animali: questo e’ causa di piogge acide che danneggiano suoli e boschi.
Ora, so di essere stata lunga, ma credevo doveroso riportarvi queste considerazioni.
Concluderei con un dato allarmante: ogni anno vengono macellati: 48 miliardi di animali, 131 milioni al giorno… ovvero 1500 al secondo.
Grazie di essere arrivati fino alla fine dell’e-mail.
Asia Giordano