Si è tenuto a Firenze, il 19 Aprile 2019, l’incontro dal titolo: “Dalla vegefobia al bullismo: vegani nel mirino”, evento organizzato da Progetto Vivere Vegan con la partecipazione del Movimento Hyronista.
E’ possibile vedere l’intera conferenza sul nostro canale Youtube.
E’ stata un’occasione per trascorrere insieme una serata interessante, fra riflessioni e testimonianze, conclusa con una cena vegan ideata dallo chef del Grand Hotel Mediterraneo di Firenze, che ha ospitato l’evento.
Hanno condotto l’incontro Dora Grieco e Carol Teri, di Progetto Vivere Vegan e sono intervenuti nell’ordine: Marco Reggio, Carmen Luciano, Guido Gattai, Niccolò Bertuzzi e, dalla platea, il Prof. Luigi Lombardi Vallauri.
Cosa pensa dei vegani chi vegano non è?
Abbiamo aperto l’incontro con la lettura di questo post arrivato sulla nostra pagina dell’evento:
<<a me nn dà fastidio niente se nn mi si impone. Chi ha iniziato una vera e propria guerra – alimentare ed etica- nn sono certo gli onnivori che continuano tranquillamente la loro vita senza volerla imporre ad altri. Fatevi due domande sul vostro, di comportamento, prima di indossare i panni delle vittime. Saluti.>>
Parole molto significative perché, secondo noi, rappresentano bene il pensiero delle persone non vegan che si sentono “attaccate” già dalla nostra semplice esistenza.
Presentiamo i nostri relatori
Di seguito sono intervenuti i relatori che qui vogliamo meglio presentare:
Marco Reggio
E’ un attivista antispecista e ricercatore indipendente. Ha curato, con Massimo Filippi, l’edizione italiana del Manifesto Queer Vegan di Rasmus Simonsen (Ortica 2014), la raccolta di saggi Corpi che non contano. Judith Butler e gli animali (Mimesis 2015) e, con feminoska, l’edizione italiana di Animali in rivolta. Confini, resistenza e solidarietà umana di Sarat Colling (Mimesis 2017).
Ha inoltre curato, con Niccolò Bertuzzi, la raccolta di testi Smontare la gabbia. Anticapitalismo e liberazione animale, appena uscita per Mimesis Edizioni.
Si interessa di antispecismo, teoria queer, animal agency. Ha scritto su diverse riviste e siti fra cui “Liberazioni. Rivista di critica antispecista”, “Whatever. A transdisciplinary journal of queer theories and studies”, “Revista latinoamericana de Estudios Críticos Animales”, “aut aut”, “Lo Straniero”, “alfabeta2”, “Effimera”, “OperaViva”.
E’ membro del collettivo Resistenza Animale (https://resistenzanimale.noblogs.org) e ha fatto parte del comitato organizzatore del Veggie Pride italiano (www.veggiepride.it), manifestazione che ha introdotto in Italia la denuncia pubblica della vegefobia negli anni 2008-2011, promuovendone la discussione tramite la mobilitazione di piazza e tramite il blog http://it.vegephobia.info/.
Carmen Luciano
Non mangia animali per motivi etici da quando aveva 12 anni. Gli Animali, tutti, Carmen li ha sempre adorati e quando ha saputo come erano sfruttati e poi uccisi, si è rifiutata di sostenere il massacro.
Nel 2006, sentendo la necessità di parlare dei suoi ideali liberamente, ha aperto un blog (https://carmenluciano.com) per diffondere petizioni, appelli e contenuti inerenti ai diritti animali.
Oggi il suo spazio virtuale (che conta ormai 1500 articoli, guide e recensioni) è un luogo dove chi non è vegan può trovare consigli e avvicinarsi all’antispecismo.
Carmen Luciano sostiene che, come ogni cambiamento sociale avvenuto nella storia dell’umanità, anche il veganismo non viene visto di buon occhio da chi lucra sullo smontaggio animale. Ma non solo. Minati nella tranquillità delle abitudini alimentari, anche persone non direttamente coinvolte nell’uccisione degli animali possono arrivare a provare astio verso chi vive benissimo senza macchiarsi la coscienza.
Carmen ha portato la sua testimonianza diretta, già testimone di atti di discriminazione vissuti durante il liceo quando era vegetariana.
E, questo incontro, lo ricordiamo, è nato anche per esserle di supporto e di sostegno visto che si trova costretta ad affrontare un’azione legale per difendersi da attacchi alla sua persona come animalista.
In particolare, nel 2017 ha denunciato gli amministratori di una pagina anti-vegan, una delle tante nate per “ridere” sugli ideali del veganismo. Uno degli amministratori è stato rinviato a giudizio e il 5 marzo 2019 si è tenuta la prima udienza al Tribunale di Arezzo. La seconda, si terrà il 12 Novembre 2019. Carmen Luciano ha attivato una raccolta fondi per sostenere le spese legali: https://www.paypal.com/pools/c/8ck3vyIEl1. Nel caso la causa venisse vinta, donerà tutta la somma raccolta ai rifugi che salvano animali.
Guido Giacomo Gattai
Filosofo e scrittore, fondatore e direttore del festival della filosofia di Firenze (https://filosofestival.com/) dal 2006.
Allievo di Luigi Lombardi Vallauri, si interessa attivamente di veganesimo dal 2009.
Guido Giacomo Gattai è anche fra i fondatori, nel 2005, insieme a Vanni Imbasciati, del Movimento Hyronista. Si tratta di un movimento artistico e filosofico che mira alla difesa dell’attività e libertà del pensiero umano attraverso l’uso dell’ironia.
Dal 2008, grazie a Giorgio Moretti (al tempo coordinatore in carica), si è schierato contro il consumo di carne.
Secondo Guido Gattai la vegefobia dilaga. I casi si moltiplicano. C’è poco da stare allegri, ma un po’ sì. Se la vegefobia dilaga è soprattutto perché il veganesimo prende piede e cresce. I più tradizionalisti, quindi, e le industrie che si sostentano “producendo” carne, si sentono attaccati e reagiscono. E, come ha detto Gandhi: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti attaccano, poi vinci. Ci troviamo nella fase tra la derisione e l’attacco. Ma dopo la notte, si sa, arriva l’alba.
Niccolò Bertuzzi
E’ ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali della Scuola Normale Superiore e membro di COSMOS (Centre on Social Movement Studies).
I suoi interessi di ricerca principali sono i movimenti sociali e la sociologia politica. In ambito animalista è autore di “I movimenti animalisti in Italia. Strategie, pratiche e politiche di attivismo” (Meltemi 2018).
Ha inoltre pubblicato diversi articoli su riviste accademiche internazionali, quali «American Behavioral Scientist», «Social Movement Studies», «Modern Italy» e «Partecipazione e Conflitto».
Dal libro “Smontare la gabbia. Anticapitalismo e movimento di liberazione Animale”
Niccolò Bertuzzi e Marco Reggio sono curatori del libro ci cui abbiamo parlato: “Smontare la gabbia. Anticapitalismo e movimento di liberazione animale (Mimesis 2019). Ecco un brano tratto dal capitolo “Sfide e limiti del veganismo. Vegefobia, mass media e mercato” scritto da Nicola Righetti con, a seguire, un commento dei curatori:
“Quando un movimento controculturale entra a contatto con la cultura mainstream circostante, gli attriti necessariamente causati dalla critica sferrata ai valori più diffusi, ai modi di pensare più consolidati, alle abitudini e ai rituali quotidiani, non possono che attivare, in men che non si dica, una serie di reazioni difensive. Il veganismo non fa eccezione. Questo non dovrebbe stupire, se solo si considera la radicalità della sua proposta: modificare valori e significati sedimentati nel tempo intorno alla vita animale”
Per questo, il veganismo incontra da una parte un’apparente accettazione nella forma dello sviluppo di una nicchia di mercato crescente in cui viene incoraggiato ad essere vissuto come un puro stile di consumo alternativo a beneficio (anche) delle stesse multinazionali responsabili della violenza sistemica sui non umani; e, dall’altra, è oggetto di forme di resistenza, diffidenza, ostracismo che spesso sfociano in quella che è stata definita come vegefobia.
L’ostilità nei confronti di chi non si nutre di corpi animali assume forme istituzionali o semi-istituzionali in ambito medico, scolastico, mediatico, ma anche forme relazionali e individuali nella ridicolizzazione o nella marginalizzazione dei/lle singoli/e vegan.
Per questo, può essere letta come un fenomeno politico di difesa di un privilegio (il privilegio umano di sfruttare e uccidere gli altri animali), spesso inconsapevole, ma comunque paragonabile, sul piano politico, alle “fobie” di carattere socio-politico (omotransfobia, xenofobia, islamofobia, ecc.). Sebbene meno virulento di queste ultime, è nel quadro della lotta all’antropocentrismo che essa andrebbe analizzata e contrastata, rivendicando apertamente le implicazioni etiche e politiche della scelta vegana.>>
Luigi Lombardi Vallauri
Interessante è stato l’intervento di Vallauri (filosofo e professore universitario) che ha ricordato la presenza del bullismo sul web con il fenomeno del cyberbullismo.
E’ possibile vedere l’intero conferenza sul nostro canale Youtube