Da circa metà novembre stiamo cercando di salvare la vita ai mufloni presenti sull’Isola del Giglio, dopo che l’Ente Parco aveva deciso di abbatterli per eliminare la loro presenza dall’Isola, ritenendoli non autoctoni. E’ partita così una gran mobilitazione in difesa degli animali ed è stato ottenuto uno stop momentaneo agli abbattimenti. Ma non possiamo ancora dire che i mufloni sono tutti salvi.
Come ormai saprete attraverso i social, anche noi di Progetto Vivere Vegan abbiamo dato il nostro piccolo contributo a cercare di salvare i mufloni dell’Isola del Giglio. Un nostro attivista collabora infatti a stretto contatto con le organizzazioni che stanno seguendo questa vicenda. Quello che diffondiamo oggi è un nuovo comunicato rilasciato dalla Rete dei Santuari di Animali Liberi, dal Santuario Vitadacani e dal Comitato Save Giglio.
Una situazione complessa
Vi anticipiamo che la situazione è ancora abbastanza complessa e che quindi, al contrario di come si è letto da più parti, è un po’ presto per cantare vittoria. Naturalmente ci auguriamo che tutto si risolva per il meglio quanto prima.
Comunicato Rete dei Santuari di Animali Liberi: «Pur apprezzando un’apertura da parte dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano verso le richieste degli animalisti e dei cittadini di non abbattere i mufloni, come previsto dal progetto Life LetsGoGiglio, non possiamo ritenerci soddisfatti dell’accordo che l’Ente Parco ha stipulato con due sole associazioni, per altro dietro porte chiuse».
Questa è la nostra presa di posizione concordata insieme al nostro Santuario Vitadacani, del Comitato Save Giglio e del ricercatore Kim Bizzarri, che fin dal gennaio scorso avevano reso pubblica l’intenzione del Parco di uccidere l’ultimo piccolo gruppo di animali ancora presenti sull’isola e proposto all’ente soluzioni alternative non cruente.
Visto l’impegno contrattuale preso dall’Ente Parco nei confronti delle istituzioni che hanno erogato i fondi del progetto Life (Ministero per la Transizione Ecologica e Commissione Europea), ossia di garantire l’eradicazione completa dei mufloni dall’isola del Giglio entro la fine del 2023, ci interroghiamo sulla veridicità delle dichiarazioni rilasciate relative ad aver messo in salvo i mufloni del Giglio.
L’accordo parla infatti di sospensione degli abbattimenti, e non di revoca.
Ancora nessuna garanzia che tutti i mufloni verranno salvati
Inoltre nel documento l’Ente Parco non offre nessuna garanzia che tutti i mufloni verranno salvati e non si parla neppure dei metodi che verranno utilizzati per le catture, dato che i lacci utilizzati fino a oggi non rappresentano un metodo idoneo in quanto possono arrecare grave danno e sofferenza agli animali. Per quanto se ne dica, nel documento l’Ente Parco offre semplicemente un “impegno” a “intensificare le catture” e a “traslocare gli animali che catturerà”. L’accordo dunque è di natura qualitativa e non quantitativa, ossia non è chiaro quanti mufloni verranno salvati prima che riprendano gli abbattimenti.
Il Parco non definisce infatti un numero minimo di animali che verranno salvati. Cosa ne sarà dei mufloni che non verranno catturati? Di questo nessuno ne parla ma per noi è chiaro che nemmeno un muflone deve essere abbattuto e questo, purtroppo, l’accordo proposto dal parco non lo garantisce.
Kim Bizzarri, il ricercatore e attivista coinvolto con noi nella campagna per salvare i mufloni, commenta così: “Seppur povero nei contenuti, l’accordo rappresenta un importante passo in avanti poiché, contrariamente a ciò che l’Ente Parco ha dichiarato nel progetto Life LetsGoGiglio, la cattura e la traslocazione sono opzioni possibili e attuabili. Questo suggerisce dunque che varianti in corso d’opera sono possibili”.
Lasciare i mufloni sull’isola?
Cesare Scarfò del comitato cittadino dell’isola del Giglio, Save Giglio, dice: “Ci impegneremo affinché le finalità del progetto vengano riviste con l’obiettivo di lasciare i mufloni sull’isola. Anziché eradicare il muflone l’obiettivo del progetto potrebbe diventare la gestione di questo bellissimo animale che da quasi 70 anni convive con noi ed è divenuto parte integrante del paesaggio, della nostra storia e del folklore locale. Un’opzione che i cittadini e gli animalisti stanno esplorando con l’aiuto di esperti del settore consiste nel ripristino di una riserva dedicata al muflone con finalità anche educative e mirate al turismo sostenibile.”
Noi di Progetto Vivere Vegan contineremo a seguire in modo diretto e attivo tutta la vicenda.
Progetto Vivere Vegan