I LUPI ANCORA NEL MIRINO
Da Ansa: «Le Province autonome di Trento e di Bolzano e la Regione Toscana chiedono a governo e Unione Europea di poter gestire in autonomia i lupi, con la possibilità di abbattimenti selettivi in casi estremi. La richiesta è stata concordata dai rappresentanti dei tre enti locali (l’assessore all’Agricoltura della provincia di Trento Michele Dallapiccola, di Bolzano Arnold Schuler e della Regione Toscana Marco Remaschi) in un incontro in Trentino. L’assessore Remaschi ha inoltre annunciato che la Regione Toscana procederà all’approvazione di una propria legge, simile a quelle recentemente approvate da Trento e Bolzano, sulla gestione autonoma dei lupi, con la possibilità degli abbattimenti».
I tre amministratori si sono organizzati anche per avere un’incontro a Bruxelles con la Commissione Agricola del Parlamento Europeo per chiedere una deroga alla Direttiva Habitat, lo strumento di salvaguardia dell’Ambiente – Fauna Flora ed Ecosistemi – dei quali si è dotata la Comunità europea nel 1992 e che è stata recepita dalla legislazione italiana nel 1997 e integrata nel 2003 con il DPR 120/2003.
Nel frattempo il nuovo ministro per l’Ambiente Sergio Costa ha annunciato che impugnerà le norme davanti alla Corte Costituzionale e annuncia l’organizzazione un tavolo condiviso per la “gestione dei lupi”.
La Toscana e le province di Trento e Bolzano quindi hanno ancora sete di sangue.
In Toscana, la “Legge Remaschi” del 2016 permette la caccia tutto l’anno avvallando l’uccisione di cinghiali anche in aree protette e, in Trentino, nessuno di noi ha dimenticato la caccia all’orsa Daniza, madre che cercava solo di difendere i suoi piccoli, nel suo habitat naturale, uccisa poi da una dose eccessiva di anestetico.
I LUPI IN VIA D’ESTIZIONE E POI SOVRANNUMERO?
I lupi erano considerati fino a pochi anni fa in via d’estinzione, come mai adesso sono diventati così numerosi da attaccare – così pare – Animali di proprietà di qualche allevatore? Non volendo entrare nel merito di Animali allevati per il loro sfruttamento, quando ormai si sa che si tratta di attività destinate a diventare obsolete e, in alcuni casi, già fallimentari, perché sostituite da pratiche moderne e in sintonia con l’Ambiente, viene anche da chiedersi: sono forse stati ricevuti dagli stessi enti che oggi vorrebbero eliminarli i fondi per il ripopolamento, proprio per scongiurare la loro sparizione dai territori? Gli stanziamenti e le azioni sono stati gestiti secondo Natura o con altri criteri?
Lupi, ma anche caprioli, orsi, gufi, aironi, lontre e tanti altri animali hanno dovuto adattarsi, non sempre riuscendoci, ai territori sempre più ristretti che l’uomo destina loro. Il territorio da spartirsi con gli altri Animali non è però un gioco di società dove qualcuno accumula pedine in una casella e poi, magari, le sposta in un’altra e in un’altra ancora, finché stanco o annoiato ricaccia tutto nella scatola. La convivenza con le altre specie deve essere la priorità nella mente di ognuno di noi: vogliamo forse ridurre le nostre campagne e le nostre montagne a deserti vuoti di ogni vita? E, se la vicinanza con altre specie è un valore, perché la soluzione proposta è sempre il “grilletto facile”? L’uomo terrorizza già abbastanza ogni specie sulla Terra e nei Mari anche senza bisogno di un fucile: è un fatto che tutti gli Animali scappino appena ci vedono e quando ciò non accade è perché c’è un’anomalia nell’habitat (poco cibo o acqua e zone fortemente inquinate) oppure l’individuo è ferito o malato o ha la prole da difendere.
LA CONDANNA A MORTE NON È UNO STRUMENTO
Forse gli amministratori locali e le persone che li sostengono, o anche quelle che tacciono indifferenti, dovrebbero considerare che questi proponimenti e queste azioni sono vere e proprie condanne a morte. E la condanna a morte come strumento, se così possiamo chiamarlo, legittimo di difesa sociale è raccapricciante, analogo per gravità e inumanità solo alla guerra.
Quando arriveremo a essere tutti coscienti che uccidere (direttamente con un fucile o indirettamente con una legge) il diverso da noi è la strada sbagliata sulla quale, per starci, abbiamo bisogno di sempre più selezione e conseguente ferocia?
JAY E LAUREN: CONDANNATI A MORTE
Jay Austin e Lauren Geoghegan, due ragazzi americani che giravano il mondo con la bicicletta da poco più di un anno, sono stati uccisi da un commando dell’ISIS in Tagikistan lo scorso 8 agosto. Nei loro racconti esce fuori un’umanità sorprendente e buona, capace di grandi cose come l’accoglienza disinteressata e lo slancio nella solidarietà. Avevano lasciato studi e “normalità” per cercare qualcosa che nella vita non erano ancora riusciti a trovare. Una squadra di terroristi islamici li ha condannati a morte perché “miscredenti” e dopo averli travolti con l’auto li ha finiti con fucile e coltello insieme ad altri ciclisti con i quali avevano fatto momentaneamente gruppo.
Il lupo, è un Animale che da sempre rappresenta e concentra su di sé le paure della collettività verso il diverso. È fin troppo facile sparare sui Lupi, come è stato facile ammazzare Jay e Lauren, fiduciosi e senz’armi.
Cerchiamo di rifiutare ogni condanna a morte, da chiunque venga e qualsiasi ne sia la motivazione. A soluzioni di questa gravità ce ne sono decine di altre da opporre e proporre, per il bene dei Lupi, dell’ambiente e anche per il nostro.
Lasciare che i Lupi vengano condannati creerà un danno che peserà come un macigno su tutti noi.