L’orsa Gaia (Jj4), ancora rinchiusa al Casteller, diventa simbolo di tutti gli animali oppressi e prigionieri, insieme all’orso Papillon (M49). Chiedere la loro liberazione è come chiederla per tutti gli altri “invisibili”.
L’orsa Gaia, Jj4, sembra sia diventata, suo malgrado, la rappresentante di tutti gli animali oppressi e condannati a morte. In Gaia vediamo tutte quelle mucche e le scrofe alle quali strappiamo i cuccioli, vediamo gli animali braccati nei boschi e fucilati, vediamo quelli rinchiusi negli zoo, privati di ogni dignità. Vediamo gli animali torturati negli istituti di “ricerca”. Ma anche quei cani randagi che finiscono dietro sbarre di canili fatiscenti e miseri e li restano a vita.
Gaia è tutti gli animali
Gaia è ognuno di loro. Gaia, così possente e forte, come i leoni reclusi negli zoo, dolce come ogni mamma sa essere con i propri cuccioli, nulla può contro la malvagità degli umani. Assetati di potere, di vendetta, di prevaricazione, di “noi siamo umani e dominiamo il mondo, anzi l’universo”, purtroppo.
Gaia è l’animale che ha risvegliato in ogni attivista il bisogno di scendere in piazza, di difendere tutti gli altri animali con determinazione. La cattura di Gaia è la goccia che fa traboccare il vaso.
Gaia che è stata attirata nella trappola con della frutta, narcotizzata, strappata ai suoi cuccioli è ora rinchiusa nel lager Casteller di Trento. Non sa cosa stia accadendo, non sa che rischia la pena capitale perché non conosce le leggi degli umani, lei conosce solo quelle della natura. Non può comprendere. Ma sa che non è più nel bosco, non ha con se la sua prole e ne soffre. Sicuro.
C’è ancora tempo per salvarla e liberarla, insieme a M49, detto Papillon, recluso da circa 4 anni sempre al Casteller. Basterebbe che chi ha il potere decisionale scegliesse il rispetto per questi animali, ricordandosi che l’Altro siamo noi stessi.
Il Pianeta è come un’enorme prigione
Cosa ce ne facciamo di una Terra con tutti gli altri animali rinchiusi, schiavizzati, uccisi? Eppure ora è già cosi. Perché a nessun animale è davvero riconosciuto il diritto alla vita e alla libertà. I mari non sono altro che grandi allevamenti da dove prelevare a nostro piacimento pesci e altri animali marini. I boschi e le terre selvagge sono luoghi dove gli animali sono braccati e uccisi, trofei sui quali cadrà solo polvere. Le campagne sono ormai campi di battaglia dove gli umani giocano ad uccidere, armati fino ai denti, i pochi selvatici rimasti. E poi ci sono i luoghi non luoghi, l’inferno in terra, gli allevamenti, dove ogni gesto e ogni fase, che nulla hanno più di naturale, rispondono solo al profitto.
Questo Pianeta è una enorme prigione per la grande maggioranza dei sui abitanti, ma pochi sapiens se ne sono accorti, perché tutto è ben tenuto nascosto da chi ne trae profitto.
Allora ben vengano le proteste per liberare Gaia, affinché la sua storia e il suo vissuto di mamma ferita, di animale braccato e imprigionato, portino il nostro pensiero anche agli altri animali, gli invisibili.
Impariamo da questa vicenda, scendiamo dal piedistallo che abbiamo costruito per noi. Iniziamo ad usare la nostra intelligenza per rispettare la natura. Perché il nostro dominio su tutti e tutto porta solo alla fine.
Dora Grieco
per Progetto Vivere Vegan