Università di Parma: sei macachi subiranno un’operazione al cervello che li renderà ciechi, verranno studiati per cinque anni, il che significa che per cinque anni si farà di loro tutto ciò che si vorrà, e poi visto che non serviranno più verranno uccisi.
Usati e gettati, in linea con la filosofia di vita che sta sempre più pervadendo il nostro tecno-millennio. Questo il nome altisonante del progetto: “Lightup-Turning the cortically blind brain to see” che costerà 2 milioni di euro e che l’Università di Parma porterà avanti in collaborazione con l’Università di Torino sulla “cecità indotta da danno cerebrale”.
Le due Università sperano così di ridare vista ai ciechi accecando e studiando gli schiavi della modernità, ovvero i membri delle altre specie.
Le proteste delle associazioni animaliste
Non appena ha iniziato a girare la notizia del macabro progetto, per provare a salvare la vita di questi macachi, si sono attivate molte associazioni animaliste e sono state organizzate manifestazioni e presidi di protesta sia a Parma che a Roma.
In particolare, poi, il 18 settembre 2019, Animalisti Onlus, Animalisti Italiani, ENPA, LAV, OIPA, hanno incontrato il Rettore dell’Università di Parma il quale si era detto disponibile a fare due cose (vedi il comunicato stampa congiunto):
la prima, la più importante, “di organizzare un Tavolo Scientifico con, da una parte gli scienziati di laboratorio del progetto “lightup” e dall’altra nostri scienziati di laboratorio che NON sperimentano sugli animali, in modo da avere un Tavolo, così come richiesto dallo stesso Rettore Andrei, di “soli scienziati””;
la seconda: “che nel caso in cui non fosse andato a buon fine il tavolo scientifico sopra citato e la sperimentazione del Tamietto avesse luogo a procedere, di accertarsi fin da subito come cedere i macachi (torturati), dopo la sperimentazione, alle associazioni animaliste, evitando di ucciderli come previsto dall’orrendo protocollo. Eventualità che in ogni caso rappresenterebbe un FALLIMENTO e che auspichiamo NON si verifichi perché comporterebbe comunque lunghe, atroci e inutili sofferenze per i macachi.”
A fine incontro era stato chiesto alle associazioni il massimo riserbo sulla vicenda per non inficiare la possibilità di evitare la sperimentazione sui macachi, silenzio che non è servito a molto visto che non si è giunti, almeno per ora, a nessun buon risultato favorevole alla salvezza degli animali.
Il fallimento del genere umano
Se questo esperimento si farà, evidenzierà sicuramente il fallimento del genere umano, capace innanzitutto di infliggere sofferenza a chi non può difendersi, con la scusante che “sono solo animali”, senza voler comprendere ancora oggi che noi umani non siamo stati eletti a comandare su tutti, ma che piuttosto avremmo il dovere di tutelare ogni debole senza distinzione di specie.
Fima l’appello
Le proteste e le attività non si fermano qui e vi invitiamo a partecipare firmando questo appello lanciato dall’OIPA.
Tenendo anche conto che, secondo i dati Eurispes 2018, ben l’80% delle persone è contraria alla vivisezione, come lo sono sempre più moltissimi medici e ricercatori. Sostenere la ricerca scientifica con nuovi modelli che escludono quello animale è quello che andrebbe fatto senza perdere ancora tempo e senza sacrificare vite.
Ed è proprio in questi giorni (dal 14 al 21 dicembre) che è partita la consueta raccolta fondi RAI per Telethon e anche noi, come ha fatto pubblicamente il Consigliere di Amministrazione Rai Riccardo Laganà, ci chiediamo quanti di questi andranno alla ricerca senza modello animale. Nel dubbio noi preferiamo non donare nulla a Telethon.
Progetto Vivere Vegan ODV