Una mucca tenta la fuga e riesce a vivere 2 mesi in libertà, finché non viene uccisa perché ritenuta pericolosa. Nella nostra società nessun animale “da reddito” può vivere libero. Non è un film di fantascienza, è la realtà.
Per chi non conoscesse la storia di questa mucca chiamata Luisa, eccola in breve: era scappata da un allevamento nelle marche a Osimo, circa due mesi fa. In questo breve tempo di “latitanza” Luisa aveva trovato la sua dimensione di animale libero e autosufficiente nelle campagne e nella boscaglia, ma poi, purtroppo per lei, si è spostata troppo vicino alle coltivazioni e alle strade e così la sua presenza di animale libero si è fatta notare di più ed è stata dichiarata “animale pericoloso”.
Una soluzione sbrigativa
L’azienda sanitaria marchigiana ha chiesto quindi al sindaco di firmare un’ordinanza di abbattimento. Luisa è stata facilmente rintracciata e uccisa con un colpo alla testa dagli agenti della polizia provinciale. Una soluzione sbrigativa e conveniente per tutte le persone coinvolte: per il proprietario che non voleva responsabilità nel caso che la mucca procurasse un incidente o distruggesse le coltivazioni, per il sindaco e per i responsabili dell’ASU, l’azienda sanitaria, che non hanno voluto ascoltare le richieste delle associazioni locali disponibili ad ospitare Luisa in qualche rifugio di animali salvati.
Così è finita la libertà e la vita di questa mucca “ribelle”, così com’è accaduto a maggio 2020 ad un’altra mucca a Ragusa, anch’essa fuggita per scampare al macello, così come accade a quasi tutti gli animali che tentano la fuga dai luoghi di detenzione e tortura (che siano, macelli, allevamenti, zoo, circhi…).
Animali come macchine
Sembra la trama di un film di fantascienza: nessun animale nella società dominata dagli umani è libero di vivere la sua vita in autonomia. Gli animali sono costretti a produrre alimenti per gli umani, sono schiavi e, separati dai loro nuclei familiari, non possono provare affetti, non è dato loro di vivere l’esperienza della gioia, della pace. Sono ancora considerati macchine, come Cartesio dichiarò ai suoi tempi. Solo che oggi noi sappiamo bene che Cartesio si è sbagliato, se ne accorse anche lui nell’ultima parte della sua vita.
L’invasione degli umani
Abbiamo e stiamo continuando a plasmare i territori solo in funzione di noi umani, rendendoli inospitali agli animali che, pur riuscendo ad adattarsi (se parliamo di animali fuggiti dagli allevamenti), a causa nostra diventano un pericolo per la vita umana. E’ ovvio che una mucca, così come un cinghiale, che attraversa una strada che taglia la campagna, magari dietro una curva, rischi di causare un incidente stradale. Ma siamo noi umani che con le nostre strade e con i nostri mezzi interrompiamo le campagne, le frammentiamo, e diventiamo un pericolo per gli animali liberi, che siano i “ribelli” o i selvatici. Quanti animali investiamo con i nostri mezzi? Troppi! Già, ma la colpa è loro, che “pretendono” di vivere la loro vita.
Luisa ha provato a salvarsi dalla schiavitù, ma ha trovato la punizione impartitale dagli umani: la morte. Che comunque sarebbe arrivata, pur senza la sua ribellione al ruolo di schiava. Morte che viene imposta a ogni animale d’allevamento (oltre 600 milioni, ogni anno, solo in Italia), fatta eccezione per quei pochi che trovano ospitalità nei rifugi.
Riuscirà un giorno il genere umano a comprendere che siamo animali fra gli animali e che dovremmo usare le nostre capacità intellettive per creare armonia e pace su questa Terra? Dovremmo rispettare la Natura, non aggredirla, dovremmo restituire la libertà agli altri animali, e liberare noi stessi del peso che rappresenta la nostra presenza sulla Terra.
Dora Grieco
Progetto Vivere Vegan