Empatia per tutti gli esseri senzienti e possibilità di futuro.
Lettera aperta a Corrado Augias – La Repubblica – 4 Aprile 2013
Caro Augias,
le scrivo a seguito della lettura dell’articolo apparso oggi a proposito di quanto accade nello zoo di Copenhagen (che di certo non è peggiore di qualsiasi altro zoo). Premetto che il mio pensare e il mio sentire mi portano a condannare nel modo più assoluto qualsiasi forma di sfruttamento e crudeltà inflitta da noi “sapiens” a scapito degli animali non umani.
Da antispecista mi chiedo, e le giro la domanda, in virtù di cosa noi esseri umani ci attribuiamo il diritto di decidere della vita e della morte di altri esseri viventi e senzienti. Per me non esiste alcuna spiegazione plausibile.
In base a quale delirio di onnipotenza riteniamo che alcune creature, abitanti con noi su questo pianeta, esistano per essere al nostro servizio e che si possa agire su di loro, senza porsi il minimo problema, qualsiasi forma di crudeltà?
Quello che le cronache hanno riportato, circa le uccisioni degli animali allo zoo di Copenhagen, non è che una delle varie punte di un enorme iceberg.
Il funzionamento della nostra società è in buona parte fondato sullo sfruttamento animale e tale situazione, moralmente ed eticamente inaccettabile, sappiamo oltretutto avere ricadute nefaste sull’ambiente e sulla salute.
Se il cervello che ci è cresciuto nella scatola cranica è servito a farci sviluppare le capacità di soggiogare e abusare chi non può difendersi e che, al contrario, dovrebbe da noi essere tutelato, questa evoluzione non ci fa onore.
Nell’articolo sullo zoo si parla di eugenetica, selezioni della razza che impongono, senza battere ciglio, lo sterminio dei soggetti considerati impuri o imperfetti: concetti che mandano risonanze da brivido, c’è di che preoccuparsi.
Si decide tranquillamente di eliminare i giovani e gli anziani perché di troppo e non si concepiscono soluzioni che permettano a questi poveri esseri di continuare, dignitosamente, la loro vita altrove.
Di questi individui si provocano forzatamente le nascite, si sfruttano, si torturano finchè si vuole e come si vuole e poi si ammazzano, spesso nei modi peggiori. Nessun problema: sono “soltanto” bestie, non proviamo alcuna compassione per loro.
Li consideriamo alla stessa stregua di oggetti, quando sappiamo benissimo ed è dimostrato, che provano e manifestano emozioni, hanno relazioni, amano godersi la vita e temono la morte. Come noi.
Quale futuro lei ritiene prevedibile per una umanità sempre meno capace di empatia nei confronti di esseri senzienti indifesi?
Cordiali saluti,
Caterina Servi Scarselli
Progetto Vivere Vegan Onlus