“E’ tempo di mordere. Storie minime di cinofilia nera” è un libro fuori dagli schemi, che scardina i luoghi comuni. Un libro che, volutamente, non dà voce ai cani ma piuttosto dà “sfogo ai pensieri nerissimi che ci sovrastano quando assistiamo a quei maltrattamenti”. Ce lo presentano gli stessi autori, Troglodita Tribe.
Ormai da diversi anni, scriviamo e realizziamo libri che hanno come tema la Liberazione Animale, piccoli saggi che tendono a dare informazioni e a sensibilizzare, ad aprire dei piccoli varchi sul muro apparentemente inespugnabile dello specismo. Lo facciamo raccontando le nostre esperienze dirette come attivistə, ma anche ricorrendo a tecniche artistiche e creative.
Con questo libro, È TEMPO DI MORDERE (Storie minime di cinofilia nera) Pop Edizioni, abbiamo deciso di ricorrere alla narrativa per rivolgerci a un pubblico più vario ed esteso. Ecco quindi 87 micro racconti in cui i cani sono protagonisti di una decisa e radicale ribellione.
Sono storie minime e feroci, al limite della scorrettezza, ma anche ironiche nella loro sanguinaria esagerazione, un colpo basso alla retorica specista del “miglior amico dell’uomo” che ci ha ormai preso la mano.
Come nasce l’idea della Cinofilia Nera
L’idea della Cinofilia Nera nasce dalla nostra esperienza di volontariato nei canili, dalla quotidiana convivenza con i cani, ma anche dalla semplice osservazione delle pesanti ingiustizie e maltrattamenti che sono sotto gli occhi di tutti e che caratterizzano sempre di più il nostro rapporto con i cani. Cani trainati al guinzaglio come sacchi di patate, cani abbandonati in strada, ma anche in giardino o in salotto per intere giornate, cani che non possono neppure avvicinarsi alle meravigliose e olezzanti piste da annusare, cani-robot talmente condizionati da inseguire e riportare sempre la stesa pallina, per tutta la vita, cani ridotti in catene con la sola colpa di aver scavato qualche buca in giardino.
La necessità di scrivere
Il punto essenziale che ha scatenato la necessità di scrivere questo libro è che non ne potevamo più e allora abbiamo cominciato a immaginare e a gustare istanti di sublime rivolta. Vedevamo quei cani girarsi improvvisamente e staccare a morsi quella maledetta mano che li teneva sempre legati a un guinzaglio ormai diventato un cappio, vedevamo i canini scintillare in una notte di luna piena, vedevamo morsi carpiati, tendini strappati, ossa tranciate. Erano visioni emozionanti e surreali che ci caricavano, che ci permettevano di buttare alla malora l’odioso ruolo di padrone, l’odioso concetto di dominio, perché, finalmente, quegli stessi cani erano liberi di annusare, di incontrarsi, di abbaiare, di essere veramente cani e correre all’assalto della città.
La cinofilia nera è quindi un nuovo modo di intendere l’amore per i cani, un amore più selvatico e sincero, un amore tra il noir e il rosso sangue. Un amore che racconta la loro riscossa, che ulula abbaia e ringhia.
La cinofilia nera, poi, è dedicata a chi sceglie di stare fino in fondo dalla parte dei cani, a chi vuole respirare di sollievo nel gustarsi gli stuzzicanti assalti mortali dei pelosi più belli del mondo.
Ogni storia mette in luce una diversa forma di maltrattamento e di ingiustizia perpetrata ai danni di un cane, a volte è plateale, ma ci sono anche quelle più sottili, più veniali, quelle meno considerate, anche quelle che in molti giurano di praticare per il loro bene. Ma c’è un particolare: vengono tutte smascherate inesorabilmente e punite in modo sanguinoso affinché risaltino in tutto il dolore che, nella realtà dei fatti, stanno provocando. Perché questo è un libro in cui i cani di tutto il mondo, finalmente uniti, ringhiano, mordono affondando i denti e scuotendo il muso, senza pietà.
Ma attenzione, in queste storie minime di cinofilia nera, non ci sono cani che raccontano e pianificano la loro inesorabile vendetta, ma soltanto un narratore umano che assiste divertito alla loro ribelle e sanguinaria resistenza. Si tratta di cani veri a cui non prestiamo certo la nostra voce, visto che già ce l’hanno, e anche potente, ululante e abbaiante.
Storie che disturbano, sollevano, divertono…
Sono storie che in molti casi si riveleranno conturbanti sospiri di sollievo, in altri disturbanti provocazioni o divertenti situazioni surreali che aiutano a riflettere sul nostro vero rapporto con i cani. In fondo, non abbiamo inventato niente perché loro mordono davvero, hanno sempre morso e di sicuro, quando accade, ci sono delle ottime ragioni a cui raramente pensiamo, a cui raramente diamo il giusto spazio e considerazione. E non se ne abbia a male chi dovesse ritrovarsi in alcune delle ingiustizie castigate in questo libro. Tanto, prima o poi, dobbiamo morire tutti.
Il libro contiene anche una nota introduttiva di Roberto Marchesini, il noto filosofo, etologo e zooantropologo antispecista, intitolata: “L’altra faccia di una fiaba”. Siamo davvero onorati per questo suo intervento che arricchisce e impreziosisce il libro. Marchesini definisce le storie che leggerete come: “sovversive, perché non guardano la scena attraverso la solita lente della riprovazione, ma addirittura la invertono. E il risultato è indubbiamente di grande rilievo, soprattutto nel rappresentare una novità narrativa direi assoluta, anche rispetto all’inversione del canone operato dai cineasti dell’orrore.”
Chi sono i protagonisti?
I protagonisti di queste 87 storie minime di cinofilia nera sono cani di ogni tipo, di tutte le taglie, di tutti i colori. Quando sono piccoli e la loro bocca non consentirebbe di colpire fino in fondo, abbiamo ideato delle provvidenziali disgrazie che metteranno fine agli odiosi maltrattamenti che subiscono.
Vi solletichiamo con uno sfizioso antipasto tratto da “È TEMPO DI MORDERE (Storie minime di cinofilia nera)” Pop Edizioni.
Al cane, quando capita, getta solo pezzi di pane ammuffito, avanzi avariati, bucce di patata, frutta marcia, a volte le briciole della tovaglia e qualche crosta di formaggio puzzolente.
È troppo tirchio per spendere dei soldi e spesso finge di essersi dimenticato del suo pasto, si gira dall’altra parte ostentando indifferenza.
Il cane tira a campare, sopravvive a stento, ma un giorno, spinto dalla fame, lo aggredisce e lo morde sperando di sfamarsi.
Solo che l’uomo fa troppo schifo, è talmente disgustoso che il cane non riesce neppure a masticarlo, quindi lo lascia morire dissanguato sul pavimento della cucina.
Il fetore nauseabondo oltrepassa i muri, attira l’attenzione dei vicini che sfondano la porta e salvano il cane.
Nessuno andrà a quel funerale. Neppure i vermi riusciranno a banchettare sottoterra.
Il piatto forte lo potrete gustare solo cliccando sul sito di Pop Edizioni (non lo trovate su Amazon) o nelle migliori librerie indipendenti di tutta Italia.
Per chi fosse interessato anche al nostro abbaiare deciso e radicalmente schierato contro la mentalità, l’ideologia, la psicologia e l’architettura del canile, suggeriamo: “Chiudiamo i canili” Troglodita Tribe Ortica Editrice, anche disponibile su tutti gli store online.
Troglodita Tribe
per Progetto Vivere Vegan