Quello che sta accadendo in questi giorni in Emilia-Romagna, l’alluvione, le frane, gli allagamenti dovuti ad una pioggia molto consistente seguita a un periodo di siccità, ci mette davanti agli occhi tutti gli errori umani ai quali è urgente porre rimedio. E ancora una volta sono gli altri animali le vittime innocenti.
Perché accadono tragedie naturali?
Sono i fenomeni naturali ad essere tragici di per sè o sono gli esseri umani, con quelle scelte incoscienti e deleterie, ad aggravare e rendere tragici tutti quegli eventi di per sè naturali, che altrimenti non avrebbero conseguenze nefaste?
È l’umanità, di fatto, col proprio operare incosciente, a rendere insostenibile e mettere a rischio sia la propria, sia l’altrui esistenza della flora e della fauna, oltre che quella della propria stessa specie umana?
E come si è potuta verificare una deriva umana e naturale di questa portata?
Scelte innaturali
È avvenuto molto probabilmente a seguito di tali e tanti fattori nefasti, tra i quali v’è d’annoverare determinate scelte innaturali imposte da quella frangia umana dalla mentalità specista, egoriferita, priva di empatia e, assecondate dall’indifferenza o l’ignavia o il passivo essere collusi per incoscienza, non conoscenza, speculazione o per mero torna conto, di gran parte del resto dell’umanità, sia in riferimento a ciò che concerne il modo di vivere innaturale, sia per quel che riguarda la scelta degli spazi di cui, molto probabilmente, si conosceva e si conosce sin già dal principio, che siano a rischio elevato in seno ad eventi naturali; spazi che, nonostante ciò, vengono ugualmente soggiogati dal processo di antropizzazione per motivi speculativi, tra gli altri vari ed eventuali.
Dei materiali scadenti e dello sfruttamento sconsiderato delle risorse ambientali circostanti
Poi vi è la questione che riguarda l’uso dei materiali scadenti, che hanno tra l’altro, in molti casi, implicato lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali circostanti, a danno della sfera non solo umanistica ma sinanche floristica, faunistica ed ambientale in generale, causando disboscamenti sconsiderati e conseguenti frane, erosioni di pareti rocciose con accelerazione del processo di corrosione, sottrazione incosciente dei fondali sabbiosi dei bacini marini ed oceanici con inondazioni conseguenziali, non considerando che, quando un indivudio o una comunità genera un danno in un ambito dello scibile umano o naturale che sia, tale danno si riverbererà amplificatamente tutt’attorno a discapito di tutti e tutto, in virtù del fatto che siamo tutti parte del tutto e non si può cogliere un fiore senza turbar una stella. Inoltre, per quel che concerne la materia reperita per costruire, spesso si tratta di materiali cancerogeni per tutti e tutto, per cui a basso costo di lavorazione ma, proprio per questo, dalla qualità pessima e inadeguata per erigere certe infrastrutture, con conseguente sciagura imminente al primo sussulto della fenomenologia naturale, sia pur lieve o ininfluente che sia, ma dirompente trattandosi di materiali senza garanzie o infrastrutture erette in aree geografiche e geologiche vulnerabili già di per sè ma, per la solita speculazione economica, si creano insediamenti anche là ove non si dovrebbero, pur avendone preso coscienza della pericolosità, sia da parte degli investitori che dal fronte dei potenziali acquirenti, pur di risparmiare economicamente nel breve tempo, ma a costo della vita, la propria e l’altrui, a medio e lungo termine.
Dell’eco~logia
Vi sono scelte che andrebbero fatte con coscienza; sia per individuare gli spazi in cui poter costruire; sia nella scelta dei materiali che dovrebbero essere eco~logici, che, come dice la parola stessa, dovrebbero essere ispirati, appunto, da una logica eco~sistemica, oltre che eco~compatibili ed eco~adattabili agli agenti atmosferici naturali; sia, soprattutto, in seno ai principi naturali e non innaturali, coi quali ci si auspica di relazionarsi a tutto il mondo circostante, tenendo conto di voler e doversi armonizzare rispettosamente con la vita, in ogni sua altra manifestazione tutt’attorno.
Altresì è essenziale avere profonda conoscenza di tutti gli eventi naturali e gli agenti atmosferici dell’ambiente circostante in cui si vive, acuendo sempre più consapevolezza, ripetita iuvant, riguardo le tecniche d’adattamento a tali avvenimenti ambientali, affinché tali risoluzioni adattive siano più eco~logiche possibili, meno impattanti, più benefiche possibilmente per tutti e tutto.
Rinaturalizzazione
È necessario prevedere un piano regolatore per rinaturalizzare tutti i centri urbani esistenti, al fine di renderli in grado di ammortizzare con perspicacia e discernimento gli accadimenti naturalistici, nonché d’adattarsi con lungimiranza ed ingegno agli agenti atmosferici circostanti, con infrastrutture verdi al posto di quelle grigie, con i giardini assorbi~pioggia al posto degli incavi esigui per gli alberi sui marciapiedi che, tra l’altro, andrebbero curati meglio, con maggiore conoscenza e rispetto, nonché estesi ed incrementati a loro volta.
Il dilavamento aumenta del 3,3% ad ogni aumento dell’1% di sigillatura con cemento o materiale analogo a discapito del terreno permeabile, motivo per cui è necessario emanciparsi dal cemento ed optare per soluzioni naturali, oltre che davvero eco~compatibili e benefiche per la biodiversità nella sua complessità.
Sopratutto è essenziale anche poter dare un supporto sostanziale a questo pianeta, cercando di interagire con esso nel pieno rispetto di ogni creatura vivente, qualunque e chiunque essa sia.
Dell’alluvione partorita dalla siccità
Le alluvioni sono partorite dalla siccità. Le piogge incessanti non vengono assorbite dalla terra perché essa è arida, motivo per cui l’acqua incessante, anziché penetrare il terreno, scivola via sulla sua scorza indurita e si fonde ad esso solo superficialmente, diventando fango, senza penetrarne nelle sue viscere per via dell’aridità suddetta del suolo che, appunto, è stato indurito dalla siccità. Di conseguenza, l’acqua, non venendo assorbita dal terreno, non viene incanalata virtuosamente nelle sue viscere, in quelle sue infinite insenature naturali, scavate dalle radici degli alberi o dalla fauna sottostante e, non va a fornire il suo prezioso apporto vitale, per la flora tutta e la fauna, ovunque essa sia; infine, la pioggia, questa essenziale risorsa idrica naturale del mondo, piovuta giù dal cielo, a causa di questa siccità del terreno, non riuscendo a penetrare le zolle di terra, non si va a depositare nelle falde acquifere, che sono le nostre fondamentali riserve naturali d’acqua di questo pianeta, che così restano vuote.
Del ciclo virtuoso dell’acqua
Si necessita per cui d’ingegnarsi, per conferire un supporto ponderato e con cognizione di causa, al ciclo naturale e virtuoso dell’acqua, sia rinaturalizzando il territorio, sia creando bacini e laghi, torrenti e fiumi tutti collegati da canali, sin a sfociare nei bacini naturali di sfogo ultimo, mari e oceani che siano; non serve affatto costruire inutili dighe che implicano altro cemento, che sono strutture obsolete fondate su errati principi di contenimento forzato e innaturale dell’acqua, coi quali si arresta e si snaturalizza il bilancio del flusso idrologico e idrogeologico ed il bacino idrografico, anziché incanalare tutto ciò, il più naturalmente, eco~compatibilmente e beneficamente possibile per tutti e tutto.
Della libertà di tutta la fauna
A tal fine, la lezione da apprendere è che, per essere davvero noialtri umani sopportabili dal pianeta terra, dalla natura tutta e da ogni sua creatura ed essere altresì di supporto a tutto ciò, è evidente che bisogna modificare sia questo aspetto connesso alle infrastrutture e sia – ma non per ultimo passo da compiere, nonché fronte di fondamentale priorità – trasformare il più beneficamente possibile tutto ciò che concerne le abitudini alimentari errate, soprattutto in riferimento agli allevamenti intensivi che vengono denunciati già da tempo, per il loro impatto devastante su tutti gli esseri viventi e sull’ecosistema in tutte le sue sfumature, nonché tutti quegli altri allevamenti biologici, che di logico non hanno proprio nulla in quanto intesi tutti nella loro mera accezione di lager e prigioni, che impediscono di fatto ad altre creature, di poter beneficiare del proprio libero arbitrio; sia in generale in seno alla libertà di poter vivere come natura vuole lungi da ogni antropocentrismo, sia nello specifico, come quello di queste povere creature annegate nelle odierne alluvioni, nonché di tutte quelle altre morte in tutte le catastrofi naturali causate da imperizie umane, ovunque esse accadano ed in ogni epoca siano accadute e continuino ad accadere; è necessario poter permettere ad ogni creatura del creato, di mettersi in salvo liberamente, senza dover essere bloccate da strutture nelle quali sono imprigionate senza vie di fuga, sfruttate e uccise per accrescere solo sofferenza per tutti e tutto con le loro morti, oltre che non apportare davvero nessun beneficio per nessuno, umanità annessa, nei confronti della quale, tale consuetudine cruenta, produce unicamente, solo ed esclusivamente, tutta una serie di patologie deleterie, tra l’altro, per ogni apparato gastrointestinale umano, il conseguente calo delle relative difese immunitarie dell’organismo, l’acidificazione del ph, che il cibarsi di proteine animali e derivati, questo è ormai dato scientifico conclamato, implica per l’essere umano.
Non v’è bisogno di capire tutto ciò, ora serve comprenderlo profondamente.
Marco Lupo Delle Foglie
Per Progetto Vivere Vegan