Sono trascorse le vacanze di Natale, la scuola riprende ed entra nel vivo: a breve si chiuderà il primo quadrimestre con il suo bottino di voti e giudizi, poi inizierà la seconda parte dell’anno scolastico in cui si approfondiranno le materie dettate dai programmi ministeriali, infine si valuteranno le abilità raggiunte: ci saranno le prove INVALSI per alcuni, ci saranno scrutini ed esami.
Sarà anche tempo di uscite didattiche e gite scolastiche; in queste situazioni non raramente gli Animali sono al centro della scena scolastica, sia come oggetto di studio sia come richiamo per gite e uscite, ma per chi, docente, studente o genitore, ha fatto la scelta vegana, alcune di queste situazioni potrebbero rivelarsi incompatibili e/o dolorose: soprattutto a loro dedichiamo queste righe.
GITE SCOLASTICHE E USCITE DIDATTICHE: ATTENZIONE ALLE “TRADIZIONI”
Per un docente che ha fatto la scelta vegana le gite e le uscite possono essere una vera croce: tradizionalmente i docenti cercano di rischiare poco, quindi benvenute le proposte degli anni addietro già esperite da altre classi e garantite nel risultato. Niente di male in questo, se non fosse che molte di queste iniziative si trovano sotto la voce “fattoria didattica”, “parco-zoo”, ”acquario”, “centrale del latte cittadina”… Tutte proposte vecchie che è possibile sostituire con altre maggiormente rispettose della condizione degli Animali.
Ad esempio: alla fattoria didattica, che dovrebbe avere la peculiarità di far capire ai bambini da dove viene il cibo, si può sostituire un laboratorio artigianale in cui si realizzano la carta o il pane; al parco-zoo o all’acquario si può ovviare scegliendo uno dei tanti santuari italiani che raccolgono animali considerati da reddito e scampati al ciclo allevamenti-macello; qui i giovani che stanno formandosi un gusto e una coscienza morale possono scoprire, nei volontari che popolano i santuari e negli animali che vivono liberi e accuditi, una chiave di lettura della società e della libertà personale e altrui; alla “centrale del latte” dove bambini e ragazzi dovrebbero apprezzare le realtà di produzione locali si può sostituire un centro per il riciclo dei materiali, quasi tutte le città hanno centri di raccolta e di elaborazione dei rifiuti, altre ancora più fortunate hanno sul loro territorio fabbriche che trasformano la materia ormai riciclata in oggetti di riuso.
UNA NUOVA GENERAZIONE PIÙ AMICA DEGLI ANIMALI
Il mondo sta cambiando, la cultura del rispetto degli Animali – grazie anche al Web in cui si possono trovare informazioni senza filtri – sta sviluppandosi in modo che non è da sottovalutare, a maggior ragione se si è insegnanti. Bambini e ragazzi hanno avuto e hanno accesso a contenuti un tempo impensabili per un adulto di oggi: video di denuncia su maltrattamenti, reportage non autorizzati su allevamenti e macelli, fumetti esplicativi sull’impatto dell’uomo sull’ambiente…
Anche i libri fanno la loro parte e, anche se molti bambini oggi adulti sono cresciuti con Animali e Natura “alla Walt Disney”, basta visitare una libreria con una sezione bambini e ragazzi per accorgersi che la letteratura per giovani e giovanissimi coinvolge Orsi, Elefanti, Cani, Gatti, Oche, Castori, Scoiattoli, Lombrichi, Polpi eccetera in storie e racconti, quasi sempre illustrati, che hanno come protagonisti Animali portatori di sentimenti e pensiero e che, in modo spesso favolistico ma proprio per questo efficace, aiutano i bambini a mantenere vivida quella parte empatica verso gli Animali, che hanno già dentro di loro in modo naturale.
Anche i ragazzi della scuola secondaria di primo e di secondo grado hanno bisogno di vivere il loro rapporto con gli Animali in maniera serena e consapevole. Non sarà mai detto abbastanza che il comportamento che attiviamo o vediamo attivare sugli Animali (spesso in nostro potere) si riflette nei comportamenti verso noi stessi e gli altri.
In una società che è basata sullo sfruttamento dell’inerme e per giunta di nascosto, non può stupire che si sviluppino continuamente focolai di violenza, come un vulcano in perenne ribollire che periodicamente esplode. Negli Adolescenti che sentono il corpo che cambia e che vivono sulla loro pelle lo straniamento e il rifiuto, vedere rispettati gli Ultimi nella società a cui si affacciano per la prima volta, è pacificante e salutare, così come vedere gli Animali inclusi in ciò che chiamiamo “gli altri” o “il prossimo”.
ANIMALI A SCUOLA: TRA IGNORANZA E DISEDUCAZIOINE
Nella scuola primaria troviamo ancora insegnanti che portano in classe pesciolini rossi, lucertole, chiocciole, criceti, roditori vari e uccellini, nella convinzione che tutto quanto può stare in una scatola, una vasca o in una gabbia può servire a “educare i bambini al rapporto con gli Animali” oppure a “responsabilizzarli”.
Per quanto riguarda gli animali portati in classe è necessario sottolineare che:
- L’animale è disturbato dai rumori e dalle presenze curiose dei bambini e quindi non esplicherà mai un comportamento naturale, che è invece è proprio quello che i bambini dovrebbero osservare.
- Le temperature in un’aula di scuola sono spesso alte perché i bambini abbiano un ambiente confortevole: queste non vanno bene per molti animali tenuti in cattività che patiscono o addirittura muoiono per disidratazione; tranne i fine settimana invernali, naturalmente, nei quali il riscaldamento viene spento e gli animali patiscono il freddo.
- Chi si occupa della vasca e della gabbia quando ci sono le vacanze? E nei weekend? E allo stesso modo: chi si occupa delle piante in vaso, degli orti e dei giardini? Non è raro tornare dalle vacanze e trovare piante e Animali morti o in stato di grave sofferenza. Minimizzare su questo punto è altamente diseducativo perché i bambini capiscono che se un essere vivente torna utile per una lezione o due può avere l’attenzione di tutti, per poi scomparire una volta che l’abitudine prende il posto della curiosità, tanto la cosa non è grave e si può sempre ricominciare con altri animali e altre piante.
- Gli Animali in cattività, anche se non maltrattati, offrono comunque ai bambini l’idea che l’Animale che sia un oggetto di cui disporre.
Anche le scuole di gradi superiori presentano situazioni a rischio nelle quali chi ama davvero gli Animali, li rispetta e non li mangia, può trovarsi in difficoltà. È il caso recente di una scuola superiore di Chivasso (TO), in cui alcuni assistenti al docente hanno portato in classe pezzi di carne appartenenti ad Animali diversi per far fare agli studenti un’esercitazione sul DNA; una studentessa vegana ha dovuto abbandonare l’aula, per il dispiacere e per il raccapriccio, perdendo la lezione, mentre nell’altra sezione della stessa scuola, per l’esercitazione sul DNA erano stati portati pezzi di vegetali diversi.
Per quanto riguarda eventuali esperimenti con Animali vivi o morti nella scuola superiore, è necessario che insegnanti e dirigenti scolastici tengano conto che le nuove generazioni hanno conservato un rapporto con tutti gli Animali, assai migliore di quello che abbiamo ereditato noi dai nostri ascendenti: cane e gatto non sono più i soli Animali che vengono rispettati grazie alla domesticazione, e un pezzo di carne per molti ragazzi significa torture negli allevamenti, calvario ai macelli, morte violenta e ingiusta. E nessun insegnante potrà dimostrare loro che è vero il contrario.
DIRE O NON DIRE DI ESSERE VEGANI?
All’art. 21 della Costituzione italiana si legge che «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…», quindi la Costituzione ci dice di sì, è consentito dirlo. Anzi forse più che consentito potremmo dire necessario, poiché il rapporto tra docenti e studenti deve essere basato su collaborazione e rispetto reciproci, tutte cose che discendono dalla conoscenza che scaturisce dal comunicare e dallo stare insieme molte ore al giorno e dalla lealtà e dalla verità con cui questo stare insieme viene costruito. Come sarai tra i banchi di scuola, sarai anche nella vita, questa non è una regola ma un dato di fatto.
Importante, inoltre, è una sentenza del tribunale inglese di Norwich di alcune settimane fa, secondo la quale il Veganismo è equiparabile a una religione e come tale non può e non deve essere discriminato.
Se sei un/a docente o un/a discente e stai facendo o hai fatto la scelta vegana, se ti trovassi in difficoltà per qualche ragione, fai una segnalazione alla nostra email info@viverevegan.org, ti daremo certamente un supporto e ti aiuteremo laddove è possibile a risolvere per il meglio ciò che ti mette in difficoltà.
Ilaria Beretta
Progetto Vivere Vegan Onlus