Il Consiglio di Parigi ha votato una delibera che vieterà l’utilizzo degli animali selvatici nei circhi a partire dal 2020. La notizia non può che provocare un senso di sollievo in tutti coloro che hanno fatto la scelta vegana e che sono antispecisti.
Non c’è dubbio che gli animali selvatici provino un’inaudita sofferenza sia perché privati di una vita consona alla loro natura sia perché addestrati a diventare i pagliacci del divertimento umano, a finalizzare l’intera loro vita al ludibrio della specie umana.
Immedesimiamoci
A volte provo a mettermi nei panni di questi animali, creature che non hanno una lunga storia di addomesticazione e convivenza con la specie umana, i cui bisogni di esprimere la propria natura istintuale sono fortissimi, chiusi in recinti angusti e costretti a vivere in nostra funzione, per strappare un sorriso vacuo a bambini subito formati allo specismo senza possibilità di replica e mi sento soffocare di angoscia e disperazione.
Esistono molti studi che dimostrano che gli animali provano emozioni, come ci insegna l’etologo Marc Bekoff nel suo “La vita emozionale degli animali”, in cui riporta una miriade di esempi in tal senso e di prove che come minimo inducono al dubbio anche i cartesiani più accaniti.
Quali emozioni potranno mai provare esemplari di elefanti costretti a fare i clown come l’elefantino Dumbo disneyano o di tigri costrette ad ubbidire a un manichino in livrea con la frusta in mano, che ne piega la natura predatoria a son di bastonate? Non credo che nessuno di noi, neanche i cartesiani suddetti, possano avere molti dubbi, se si guardano dentro con sincerità.
Il circo del futuro
Noi sogniamo un circo fatto di talenti umani che si esprimono con capacità, un circo che mostra ai nostri figli quale bellezza può raggiungere il movimento umano. Noi sogniamo un circo che sia ambiente per noi e lasci le altre specie nel loro, di ambiente, a esprimere la loro, di natura e non la nostra. Un circo incentrato sugli umani perché “l’uomo” non è il centro dell’Universo, e neanche della vita stessa.
Scorro un po’ l’articolo che parla di questa decisione storica della città di Parigi e scopro che due circhi, il Cirque d’Hiver Bouglione e il Cirque Arlette Gruss, non dovranno seguire la direttiva “perché proprietari dell’area occupata o titolari di concessioni già in essere”.
Capisco che ancora c’è da fare, ancora la strada è lunga ma non voglio cedere alla tentazione tutta moderna di non sentirsi mai arrivati da nessuna parte. Voglio pensare a ciò che è stato fatto, a quegli animali selvatici che non verranno più sfruttati e a quei bambini che vedranno le meraviglie umane senza vedere le brutture dello specismo, quando assisteranno agli spettacoli dei circhi del futuro.
Francesca Decandia
Progetto Vivere Vegan ODV