VIVISEZIONE – Abbattere il muro del Silenzio
MILANO 20 aprile – Occupazione degli stabulari di Farmacologia
MILANO 20 Aprile: tre attiviste e due attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill, in pieno giorno, hanno occupato un intero piano, il quarto, della facoltà di Farmacologia dell’Università degli Studi di Milano.
In quei locali vengono detenuti, seviziati, infine decapitati, migliaia di individui.
Siamo entrati in possesso dei documenti riguardanti anni e anni di esperimenti condotti utilizzando topi, conigli, ratti, gerbilli, pesci, criceti e cani.
Abbiamo potuto portare fuori da quelle pareti le immagini degli animali reclusi, potendo raccontare la loro storia, la loro esperienza, ciò che subiscono sulla loro pelle in mesi, anni di manipolazioni, iniezioni, osservazioni morbose, torture.
Abbiamo voluto farlo mostrando il nostro volto, affrontando a viso aperto i responsabili di quella situazione con la volontà e la consapevolezza di non sottrarci alle conseguenza che scaturiranno dalla nostra azione.
Negli stabulari abbiamo trovato 18 conigli terrorizzati: alla vista di una persona scattavano contro la parete posteriore della gabbia, nel vano tentativo di sottrarsi agli occhi di chi, secondo la loro esperienza, li avrebbe afferrati per trascinarli nei laboratori dei piani sottostanti.
Negli angoli di quelle gabbie grumi di feci ammuffite erano l’unica compagnia di quegli sfortunati animali. Due di loro sono detenuti dal 2008, molti altri dal 2009 e dal 2010, alcuni dal 2011.
In ciascuna delle altre stanze erano stipati diversi scaffali contenenti ognuno circa 30 gabbie in plexiglass ricolme di piccoli topi.
Molti avevano le orecchie forate da buchi perfettamente circolari. Abbiamo capito, successivamente, che quel tipo di ferita era causata da una specie di graffetta identificativa, utile a distinguere i singoli animali di una gabbia, che abbiamo osservato pendere dalle orecchie di alcuni, coi bordi raggrumati di sangue.
Molti presentano patologie del pelo, ferite cutanee e si grattano furiosamente.
Alcuni topi passano molto tempo appesi alle sbarre del soffitto della gabbietta, afferrandole con tutte e quattro le zampine, scappando al minimo segno di presenza umana, segno di un profondo stress e di un disagio inesprimibile.
Diversi topi cercano costantemente di liberarsi, tentando di saltare addosso ai bordi del coperchio della gabbia, con violenza, arrivando a sbattere in continuazione la testa.
Altri topi sono catatonici, immobili, insensibili a qualunque stimolo esterno.
Dopo una lunga trattativa, resa possibile dal fatto che i nostri stessi corpi bloccavano ogni accesso possibile e forti del possesso di tutti idocumenti presenti, abbiamo ottenuto di andarcene con quanti più animali possibili, ospitati ora dall’associazione Vita da Cani Onlus di Arese.
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