Emilio Maggio – Massimo Filippi
Penne e pellicole.
Gli animali, la lettratura e il cinema
Edizione: Mimesis
“L’Umano” si è sempre definito come differenza da “l’Animale” e, in questa differenza,
gli animali, quelli realmente esistenti, sono stati persi di vista per essere trasformati in
merce, forza lavoro, divertimento e spettacolo.
Anche la recente proliferazione degli animali in ogni produzione dell’immaginario umano (dai saggi ai romanzi, dalla pubblicità ai fumetti, dal cinema all’arte figurativa) non sembra tanto essere il segno di una ripresa di interesse verso di loro, quanto piuttosto un’operazione di ulteriore occultamento per moltiplicazione della “questione animale” e delle conseguenze morali e politiche che richiederebbero una
radicale modificazione dei rapporti di forza che regolano la nostra società. Senza questa
consapevolezza, che ci riporta a terra tra gli animali, poco cambia che si parli sugli animali,
degli animali o per gli animali. Rimaniamo comunque presi in un’immensa scenografia
pornografica dove uno sguardo, che continua a concupire la carne, arresta i corpi animali
in posture preconfezionate, trasformandoli in oggetti pronti per essere venduti – in libreria,
al cinematografo o in macelleria.
Questo libro, tenendo dritta la barra in direzione della liberazione animale e non
dimenticandosi che gli umani altro non sono che altri animali, cerca di smarcarsi da questa
prospettiva, da questo mangiare con lo sguardo. Frutto del lavoro degli ultimi anni, il volume
è una raccolta di saggi che hanno inseguito animali in carne e ossa ogni volta che,
comparendo in un’opera letteraria o cinematografica, si sono incontrati con noi,
permettendoci di guadagnare uno sguardo altro sugli innumerevoli mondi che, nonostante
tutto, circondano e attraversano “l’Umano”. Un libro, quindi, scritto di fronte al dolore
e alla gioia degli animali, scritto con loro, per tornare ad ascoltare il fruscio delle loro penne
sotto la pellicola della folle normalità dei mattatoi.