Oggi abbracciare la scelta vegan oltre che un dovere verso gli altri animali appare sempre più un dovere anche verso l’ambiente e un modo concreto per frenare lo spreco di risorse di questo nostro unico Pianeta, che non sono illimitate. Possiamo diventare tutti vegan? La risposta diretta alla domanda è sì, anche se in alcuni casi, per ragioni culturali e ambientali può essere un po’ più difficile.
Essere vegan vuol dire scegliere in ogni ambito della propria vita di agire nel rispetto degli altri animali, vuol dire non voler prendere parte al loro sfruttamento, vuol dire riconoscere il loro il diritto alla vita e alla libertà.
A tavola è semplice
Per quello che riguarda l’alimentazione, essere vegan è piuttosto semplice, poco oneroso e salutare, se si sceglie di alimentarsi con cibi poco elaborati, freschi e di stagione, perché, i nutrizionisti ci rassicurano, l’alimentazione a base vegetale è la migliore anche per il nostro organismo: verdura, cereali, legumi, frutta fresca e secca, semi… da questi alimenti il nostro organismo può prendere tutto ciò che serve. Inoltre, per chi proprio volesse, oggi sono presenti sul mercato innumerevoli prodotti per variare ogni tanto i nostri menù come i formaggi vegetali e altri preparati a base di soia (che è un legume) o altri ingredienti. Hamburger, cotolette, salsicce, wurstel, affettati… insomma, si può trovare di tutto, anche versioni vegetali di prodotti del genere ( certamente non necessari),senza dover uccidere nessuno. Le proposte di ricette vegan sono ormai ovunque (nel web e in libreria) e sono, per chi ne avesse bisogno, un supporto per convertire la propria alimentazione da carnista a vegetale. Ecco due utili riferimenti:
Vegan Starter menù
Vegan Discovery Tour
Abbiamo il privilegio di poter compiere facilmente la scelta vegan, ma ancora oggi molti preferiscono chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie che gli animali sono costretti a subire. Bisognerebbe togliere i paraocchi, prendere consapevolezza e informarsi per porre fine alle dinamiche speciste che ancora oggi pervadono la nostra società. Bisogna, quindi, servirsi del privilegio di diventare vegan.
Se sul nostro Pianeta esistono persone che vivono in zone estreme e che per cultura o condizioni ambientali, sono obiettivamente molto ostacolate nel pensare fare la scelta vegan, ciò non deve diventare per noi una scusa. Dobbiamo far parte di un progresso culturale, inevitabilmente lento, che trae però spinta ed energia da chi compie i primi passi con impegno e convinzione.
Già con Leonardo da Vinci o andando ancora indietro nel tempo, con Plutarco, si parlava di non cibarsi di animali. Il processo è lungo ma sta inevitabilmente accelerando.
E chi vive di pastorizia o pesca?
A che serve guardare quindi ai quei popoli che vivono di pastorizia (si pensi in Africa, sull’altopiano tibetano, nelle steppe eurasiatiche, nelle Ande, in Patagonia…) o di pesca (in Siberia o in Alaska) perché abitano in terreni oggi incoltivabili, se non a darci la spinta a fare sempre meglio, noi che possiamo scegliere senza problemi? Il progresso culturale ed etico e l’antispecismo si possono e si devono sostenere anche in nome di chi oggi non può -o non vuole- scegliere di rispettare la vita di esseri indifesi.
Certamente la tecnologia e la crescita culturale (imprescindibile), potranno dare risposte pratiche anche dove ora sembra impossibile. Non mancano già esempi di coltivazioni di vegetali in serre evolute, senza l’uso del terreno e sostenibili, che, grazie alle rinnovabili, prendono energia dal sole e dal vento e sono adatte ad essere realizzate anche in luoghi non idonei alle coltivazioni di vegetali.
In Svizzera un bellissimo esempio di riconversione
Cresce la consapevolezza della necessità di cambiare la nostra cultura di sfruttamento degli animali. Un bellissimo esempio di riconversione arriva dalla Svizzera tedesca, dove un discreto numero di allevatori, ad oggi circa 120, stanno riconvertendo la propria attività in rifugi che salvano gli animali e iniziano produzioni di vegetali. L’associazione Hof Narr, che ha promosso questa idea, affianca e sostiene gli allevatori che decidono di fare questo cambiamento. Così si crea un passaparola di esperienze positive e contagiose. E questo fa ben sperare per il futuro degli animali.
La regola è fare in base alla propria coscienza senza aspettare il cambiamento negli altri, essere parte attiva e agire per realizzare la società in cui si crede, senza aspettare o demandare.
Dora Grieco e Serena Gentile
per Progetto Vivere Vegan