La mancanza di empatia e di etica del genere umano – i sapiens – verso gli altri animali, in un testo di Tiziana Antico.
La Morte soltanto può compensare lo squilibrio creato. Mietitrice di vite, archivio di tutti i sogni spezzati. Una società “onnivora” alla fine divorerà sé stessa in senso simbolico e materiale. Stiamo leggendo i vari capitoli di un tragitto sul quale si è stesa un’ombra impenetrabile.
Eccedenze smaltite. Animali, umane, disfunzionali e dissonanti. Non procede lungo una linea retta questo cammino, infinito, non si inoltra nell’infinito, ma curva parabolica di cui si scorge la metà visibile al di sopra della superficie terrestre, ignorando la metà Ipogea. Non vogliamo guardare, decidere se e cosa creare o distruggere. Gli antichi, saggia ed elegante la loro sintesi, “tertium non datur”. Al bivio.
Che il male umano pervenga dall’abuso e dell’abuso, come strumento, si avvalga e da lì avvenga la sua trasformazione, poco importa. Carpe diem. Quelle briciole ammuffite che questa visione del mondo comporta. Il male e il suo immillarsi. La privazione di etica, o deprivazione o assenza, se mai etica fu, lascia una dissipata consunzione, fine a sé stessa, il destino e il tempo segnate pietre miliari. Innocenza torturata, sopraffatta di cui non riesco ad incontrare lo sguardo ferito, lo sgomento incredulo, l’impetrazione di una pietà inascoltata perché rivolta all’inaccessibile.
Nell’inaccessibilità alla compassione, il confine. Separazione invalicabile. È sempre stato così. Ne sono certa anche se non ero presente. O forse si, ma sono stata esiliata, espulsa, corpo estraneo in un organismo malato, corrotto. Reinnestata o reimpiantata. Nell’errore puoi introdurre un altro errore? O fagottini addormentati ti cullano, galleggiano, gelati, poi congelati per essere scongelati, ammorbiditi, conditi, insaporiti, arrostiti. Quell’odore tremendo, risveglia ricordi e al contempo provoca nausea, sensi di colpa per essere stata mille e mille anni fa ed essere ancora. Cardine. Chiave di volta. Nella riflessione infaticabile, affetta da infaticabilità la mente, un pensiero soave, liberatorio, consolatorio. La morte è compensatrice di ogni dolore subito, l’utopia del passaggio da sapiens ad ethicus un miraggio improvvido ininfluente.
Infanzia della Terra
Occhi animali,
composte parabole
nell’infinito,
contemplano immensità
a noi ignote
scie amorose,
sciami incorporei
di forme celesti,
fluida la luce,
congiunti i colori,
il tempo lo spazio,
sequenze inafferabili,
teorie rarefatte
fino a svanire.
Ipotesi sagaci
di riflessività
e attonito stupore,
percezione empatica
l’infanzia della Terra
e dei Mondi.
Tiziana Antico
Immagine di copertina: particolare dell’opera “Pig dragged to slaughter” di Jane Lewis.