Essere attivisti per gli animali ci cambia la vita. Non ci sono ferie o giorni festivi per staccare perchè ovunque andiamo troviamo spesso situazioni che necessitano del nostro intervento. Noi notiamo sempre un animale in difficoltà, lo stesso resta invece inosservato ai più.
Da quando ho aperto i miei occhi e ho iniziato a guardare gli altri animali nell’unico modo corretto che esista, la mia vita è cambiata per sempre. Ogni mia azione è guidata da una visione antispecista e di rispetto degli altri animali. E questo accade anche quando comunque decido di staccare un po’ la spina dalla routine, quando provo a fare un po’ di “vacanza”. Si può staccare da tante cose ma dall’attivismo per gli animali è impossibile. Non ricordo giorno o viaggio nei quali la mia visione del mondo abbia perso di integrità. E spesso i viaggi sono stati segnati da incontri con animali in difficoltà.
I gatti di Favignana 2005
17 anni fa la vacanza a Favignana fu scandita dall’accudire tutti i giorni i gatti di una sorta di colonia che avevo notato già al secondo giorno di permanenza. Più che una colonia era un raggruppamento di gatti randagi dove alcune persone portavano avanzi di cibo.
Ogni fine pomeriggio acquistavo in paese il cibo per gatti e poi raggiungevo la colonia che era un po’ fuori. Giorno dopo giorno c’era una micetta che diventava sempre più intraprendente: mi veniva incontro appena mi vedeva arrivare con la bicicletta, non stava bene: denutrita, affetta evidentemente da rinotracheite, con tenia (scoperta in un secondo momento) e pulci e, insomma, per farla breve a fine vacanza me la sono portata a Firenze.
Non è stato semplicissimo poterla portare via dall’isola ma tutto è andato per il verso giusto e Camilla è divenuta parte della famiglia e ha avuto così le cure necessarie per diventare la splendida gatta che era.
A quell’epoca a Favignana non c’era alcun veterinario e nemmeno un’associazione che si prendesse cura degli animali, solo qualche persona metteva del cibo per strada. Per fortuna cani randagi non ne vidi.
I gatti di Favignana 2022
Quest’anno ho deciso di tornare a Favignana, nonostante mi fossi ripromessa più volte di evitare quei luoghi noti per il randagismo dilagante. Infatti non c’è voluto molto tempo per rendermi conto che sull’isola i gatti randagi ci sono ancora e molti non se la passano bene. Anche questa “vacanza” l’ho fatta a metà perché, quasi subito, con la mia amica di viaggio, abbiamo notato un gatto randagio malato e, inevitabilmente, ci siamo attivate per fare qualcosa di utile.
Abbiamo scoperto che sull’isola ora c’è un associazione che si occupa di randagi (SAIE – Soccorso Animali Isole Egadi) e c’è anche un veterinario che svolge la libera professione. Ma manca ancora un accordo fra le parti – polizia municipale, associazione e veterinario-, così tutto ancora oggi è lasciato al caso, alla buona volontà di pochi e ci vanno di mezzo gli animali da soccorrere.
Le nostre gionate a Favignana si sono così complicate con visite alla polizia municipale, ai carabinieri, al veterinario e, tutti i giorni, più volte al giorno, passavamo nel punto dove avevamo avvistato il gatto malato, difronte alla coop di Favignana (quindi sotto gli occhi di tutti) e dove abita una persona, una gattara, che accudisce alcuni gatti, con la quale abbiamo parlato più volte (senza risultato).
Il terzo giorno avvistiamo un altro gatto malato, intanto ci organizziamo per provare a catturare in autonomia almeno uno dei due e provvedere alle cure a nostre spese. Chiediamo aiuto alla polizia municipale (due agenti donna, molto gentilmente, si sono offerte di aiutarci) e ad una volontaria dell’associazione locale, che arriva con una gabbia, guantoni, coperta, retino. Dopo molti tentativi, riusciamo a bloccare uno dei due gatti (l’altro non era presente) e lo mettiamo nel trasportino ancora avvolto nel retino (dopo che aveva morso la volontaria). Si dimenava, soffiava, non poteva sapere che fosse per il suo bene, e mentre stavamo andando verso la macchina, come Houdini, è riuscito ad aprile lo sportellino e sgusciare fuori in un lampo, lasciandoci sgomente, incredule, afflitte, con il morale a terra.
Il giorno seguente abbiamo dovuto lasciare l’isola.
Arrivata a Firenze, ho subito scritto una pec al Sindaco (firmata questa volta come presidente di Progetto Vivere Vegan) e ora siamo in attesa di risposta. Sono comunque in contatto anche con la polizia municipale e con la volontaria dell’associazione SAIE nella speranza che riescano a prendere e curare i due gatti malati. Ma, ad oggi, dalla prima segnalazione scritta, datata 5 luglio, trascorsi 10 giorni, nessuna buona nuova.
Le meduse
Vi racconto anche questo episodio, tanto per non parlare solo di randagi. Arrivo a Levanzo e decido di fare il bagno presso una piccola insenatura sul mare. Chiedo ad alcune persone se ci fossero meduse in acqua e mi rispondono con una punta di orgoglio: <si, ci sono, ne abbiamo appena catturata una e messa sullo scoglio>. Allora aziono il pulsante “rompi scatole” e dico: <ah, ma è vietato catturarle, bisogna rimetterla in acqua>. Mi aspettavo una risposta polemica e invece mi dicono che non sapevano del divieto e una ragazza (del posto) prende con due dita la medusa, spiegandomi che solo i tentacoli “pungono” e la rimette in acqua. Non so se era ancora viva ma almeno quei ragazzi, forse, non ne cattureranno altre.
Questo tanto per dire di due vacanze ma potrei raccontarvi anche di Santorini, una settimana con il mio compagno ad occuparci di un cane che aveva da poco partorito, o Lampedusa, anche lì tanti gatti randagi in difficoltà e anche in quel caso numerose visite presso gli uffici per parlare con i responsabili. Putroppo mi piace la natura delle isole.
Ogni viaggio spesso un pezzetto di cuore non torna a casa.
Dora Grieco
Progetto Vivere Vegan