In tempo di guerra proviamo a capire la sofferenza degli altri animali. Lo fa per il nostro blog Dora Grieco, per evidenziare una realtà che pochi vogliono riconoscere: la maggior parte degli animali, a causa di noi umani, è sempre sotto stato di guerra.
In questi giorni anch’ io, come credo tutti, sono in apprensione per la guerra in atto in Ucraina. Penso agli umani e agli altri animali costretti, loro malgrado, a subite la violenza, la crudeltà e la morte.
Le notizie che ci arrivano raccontano di chi fugge e di chi resta, di chi combatte (attacca o si difende), di chi resiste inerme, di chi si prodiga per far arrivare aiuti. Alle notizie vere si mescolano come sempre le fake news, ma la riflessione che propongo di fare vale a prescindere da questa guerra in atto.
Le guerre sono frutto di azioni umane, e gli animali si trovano a subire le conseguenze di conflitti che non li riguardano. Quelli rinchiusi negli allevamenti e nelle fattorie, negli zoo, i randagi, i selvatici, quelli nei canili o che vivono con una famiglia umana, provano terrore per le bombe e per la distruzione. Molti muoiono. Sono come i nostri bambini che subiscono senza poter comprendere.
Ma gli animali soffrono da sempre, anche in tempo di pace, le azioni della nostra specie, sono perennemente vittime e sconfitti. Non mi riferisco a quelli che accogliamo nelle nostre case ma a tutti gli altri, la maggioranza, reclusi e schiavi, ai quali neghiamo le terre, la libertà, la vita.
Costretti ad una vita non-vita da una guerra perenne, impari, inutile, superflua, dannosa, che il genere umano ha dichiarato loro senza riuscire ad intravedere una fine. Costantemente sotto attacco, soccombono sotto il dominio di chi li vuole sottomessi.
Si può paragonare la sofferenza degli altri animali a quella della nostra specie? Sicuramente molti non saranno di questa idea, ma direi proprio di si. Perché apparteniamo tutti al regno animale e siamo tutti esseri senzienti. La mia sofferenza non deve essere considerata più importante di quella che può provare un altro animale. Così, prodigarsi per proteggere i più deboli di altre specie, non esclude di continuare ad occuparsi delle persone umane che soffrono. L’empatia e la compassione possono essere rivolte a tutte le forme di vita, a tutti gli esseri senzienti ma anche direi, alla natura in genere. Non è necessario scegliere chi è degno della nostra mitezza. Possiamo essere miti verso ogni individuo e ogni essere vivente.
In questi giorni in Ucraina ci sono animali spaventati, abbandonati (anche non intenzionalmente), animali rinchiusi senza via di fuga, sotto i bombardamenti, senza cibo.
E anche qui in Italia ci sono animali rinchiusi, sfruttati, deportati, macellati. Terrorizzati, quando capiscono, perché lo capiscono con certezza, che stanno andando al macello.
Ma né i primi né i secondi hanno alcuna colpa. Anche qui da noi, come in tutto il mondo, è in atto una guerra che pochi riconoscono.
Guerre e pandemie dovrebbero farci capire quanto sia terribile per un essere senziente non essere libero. Provare sulla propria pelle una condizione di sofferenza dovuta ad una prevaricazione, dovrebbe inevitabilmente aprirci gli occhi sulle nostre azioni, su chi sottomettiamo, chi schiavizziamo, chi priviamo della libertà.
Ogni persona umana libera può scegliere almeno di rifiutarsi di essere complice del massacro degli animali.
Qui in Italia, moltissime organizzazioni animaliste si sono subito attivate per far arrivare gli aiuti a quelle in Ucraina. E’ scattata una grande rete di solidarietà, soprattutto per i cani e gatti che vivono nei rifugi o nelle case. Così partono in quella direzione camion pieni di aiuti che però altro non sono che resti di animali allevati e uccisi.
E tutto questo purtroppo appare logico e normale.
Dora Grieco
Progetto Vivere Vegan