In questi giorni si parla sempre più di contagi e contagiati all’interno degli allevamenti e non solo e stiamo assistendo a soluzioni sbrigative alle quali è difficile assoggettarsi.
Al peggio non c’è mai fine. Questo è il detto che calza a pennello per descrivere il tempo che stiamo vivendo e che facciamo vivere agli altri animali.
Dopo quelli da reddito ora tocca agli animali d’affezione pagare caro, con la vita, il prezzo degli errori umani.
Visoni, criceti e Covid
Le famiglie di Hong Kong che ospitano piccoli roditori (criceti) ora devono decidere cosa fare, se far sopprimere i propri animali e verificare il possibile contagio da Covid. Così anche i negozi di animali (ora chiusi) sono chiamati a rispettare un’ordinanza che ne “consiglia la soppressione”.
Tutto è partito con la notizia di 11 piccoli roditori di un negozio di animali -arrivati con una spedizione dall’Olanda- risultati positivi al covid-19, così come la commessa e una cliente che hanno diffuso a loro volta il virus in famiglia.
Sono circa 2000 i piccoli roditori a rischio e 34 i negozi coinvolti.
Quindi la storia si ripete, anche se con numeri diversi, dopo l’abbattimento di decine di migliaia di visoni, che ha portato anche alla chiusura definitiva degli ultimi allevamenti qui in Italia.
Peste suina africana e aviaria
Intanto sempre in questi giorni rimbalzano sui media e sui social (ma poco in TV) le terribili notizie della diffusione della peste suina africana e dell’aviaria, che, anche in questi casi, come per i criceti, coinvolge anche i maiali e i volatili ospiti dei rifugi e delle famiglie adottanti. Insomma, se “siamo abituati” a vedere ammazzare animali da reddito, rinchiusi negli allevamenti, ora, dover assistere anche all’uccisione di quelli che pensavamo di aver salvato è davvero una grossa sconfitta. Quanti ne riusciremo a salvare con il nostro impegno e con le nostre proteste?
Da due anni siamo tutti sotto stress e a rischio contagio per via del Covid-19, ma questa esperienza diretta, che sta toccando in modo pesante tutti noi (per varie ragioni), non sembra sufficiente per iniziare un cambiamento drastico.
Gli altri animali non sono cose
Gli altri animali sono ancora considerati al pari delle cose che si buttano quando si rompono o non servono più. E nemmeno l’attuale rischio di contagio ci fa capire che allevare animali, oltre ad essere una partica abominevole, è totalmente fuori natura e altamente pericolosa per i contagi. Non siamo riusciti a far chiudere nemmeno i mercati di animali vivi in Cina (che per fortuna però registrano un grosso calo, perché i giovani li frequentano sempre meno).
La nostra società di umani continua ad ammassare gli altri animali negli allevamenti, a privarli della loro libertà, della loro vita. Continua a torturarli nei laboratori per cercare soluzioni ai propri errori. Ma non vuole cambiare nemmeno di fronte a pericoli che possono toccare la specie umana.
Tutta la responsabilità di portare il cambiamento è ancora sulle spalle nostre, di noi che abbiamo deciso di impegnarci per più deboli. O meglio per quegli individui che non praticano l’arroganza, il potere, l’ingordigia, la violenza, il sopruso, la malvagità… ma che le subiscono.
Posso solo rivolgermi a chi ancora fa consumo di derivati animali: è con la vostra consapevolezza che potranno cambiare le cose. Il cambiamento dipende da voi e vi chiedo di agire non solo per salvare voi stessi ma anche e soprattutto per liberare gli animali da questo nostro dominio che non porta nulla di buono. Tutto è collegato.
Dora Grieco
Progetto Vivere Vegan