Le nostre affissioni di grandi manifesti non si fermano! Solo grazie al vostro sostegno possiamo continuare a contrastare le pubblicità ingannevoli. Questa volta siamo tornati su Firenze con il progetto #comunichiamolo e in particolare con il tema dedicato alla produzione di uova e al conseguente massacro di pulcini e sfuttamento fino alla morte delle galline ovaiole. Queste le postazioni: Via A. da Schio, Via Bolognese, Via di Caciolle, Via E. de Nicola, Via di Soffiano, Via Tripoli, visibili fino al 19 maggio.
#uovanonsaicosamangi
“LE UOVA UCCIDONO I PULCINI” così recita la frase sui nostri manifesti che in questi giorni abbiamo affisso a FIRENZE in 6 postazioni. E poi continua: “nella produzione delle uova milioni di pulcini maschi sono uccisi appena nati”. Questa è una realtà che ancora pochi conoscono, perché l’industria che opera in questo settore non ne parla volentieri, tanto meno nelle pubblicità. Chi vorrebbe la morte di un pulcino?
E invece, chi consuma uova, senza saperlo, contribuisce all’uccisione di pulcini di sesso maschile appena nati. Ogni anno, ad esempio, in Italia più di 40 milioni pulcini maschi vengono uccisi a poche ore dalla nascita perché considerati scarti nell’industria delle uova. In Europa sono fino a 330 milioni i pulcini che finiscono uccisi per asfissia o per macerazione, due delle tecniche di abbattimento più utilizzate anche nel nostro Paese. Tutto parte dalle aziende specializzate nella riproduzione, incubazione e selezione avicola ed è fondamentale il ruolo dei “sessatori”, personale specializzato nel riconoscere il sesso dei pulcini appena nati: i maschi saranno subito uccisi e le femmine destinate a diventare produttrici di uova.
Continuate a seguici e sostenerci, perché il nostro compito è sfatare le pubblicità ingannevoli, fare luce su aspetti e pratiche nascoste, insomma vogliamo far sapere la verità. Non siamo alla ricerca degli allevamenti fuorilegge, quelli dove non si rispettano i regolamenti (che comunque è bene segnalare e far punire), siamo qui a dirvi che dietro anche ad un allevamento “modello” si nasconde il maltrattamento e la morte degli animali.
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Progetto Vivere Vegan