Questi sono anni di continuo cambiamento, tutto è in trasformazione, nulla resta inalterato. Così anche il numero dei vegani oscilla seguendo quest’onda di trasformazione che ancora non ha trovato un punto fermo, ma sicuramente afferma un interesse crescente per i temi che gravitano intorno a questa scelta.
Se volessimo attenerci ai soli numeri: l’indagine Coldiretti-Eurispes dello scorso giugno rileva un aumento dei consumi di carne del 5% e dichiara che le persone che hanno fatto la scelta vegana sono diventate un terzo dell’anno precedente, ossia circa 900.000: nel periodo 2016-2017, infatti, Eurispes aveva osservato un aumento delle persone vegane, che erano passate da 800.000 circa a quasi 3.000.000. Un ago della bussola apparentemente impazzito, mentre dobbiamo tenere conto che i sondaggi, dove si tratta di rispondere seccamente a un paio di domande, devono essere presi con cautela soprattutto su questo argomento ancora poco definito. Infatti si fa spesso confusione mescolando scelte salutiste, ambientaliste o animaliste, che pure conducono magari ad una alimentazione a base vegetale (ma non per questo possono definire una persona vegana). Per noi conta la scelta etica e un approccio a tutto tondo che non riguarda solo cosa mettiamo nel piatto, bensì: la non violenza pensata come approccio a tutti gli esseri viventi, l’equispecismo (l’uomo visto non come padrone della Terra ma, con le sue peculiarità, come Animale insieme agli altri Animali), e poi ancora, l’attenzione al collegamento cibo-salute-ambiente e ai consumi consapevoli, la critica dello sfruttamento di manodopera senza tutele, del lavoro minorile, dell’impiego indiscriminato di diserbanti, pesticidi e additivi chimici.
Vogliamo ringraziare ogni singola persona che, sia sull’onda del battage mediatico, sia per convinzione temporanea o definitiva, si è dichiarata vegana e si comportata come tale. La massa di persone che si è interessata al Veganismo ha fatto sì che, tra il 2016 e il 2017, siano entrati nel “Paniere ISTAT” le bevande vegetali e i cibi confezionati vegetariani e vegani (sono piccoli passi, ma sono un segnale tangibile). Grazie anche alla “Carica dei tre milioni”, anche i cuochi onnivori più accaniti hanno dovuto trovare compromessi adeguati facendo entrare nelle loro cucine e nelle case di molti di noi alimenti meno conosciuti, che sono andati a sostituire gli alimenti di origine animale, come il seitan, il tempeh, il tofu, ed hanno iniziato ad usare di più alimenti bistrattati ma utili per la nostra salute: la frutta secca, oggi alimento a tutto tondo che fino a qualche anno fa era relegata alla tavola di Natale; quinoa, amaranto e altri cereali o pseudocereali nutrienti e versatili… Questo perché chi sceglie di alimentarsi 100% vegetale non restringe il numero di alimenti, ma piuttosto lo amplifica.
Sempre grazie alla richiesta dei vegan, anche la cosmesi ha fatto un salto di qualità proponendo oggi prodotti naturali a base 100% vegetale, eliminando la chimica e la sperimentazione sugli Animali.
Se vogliamo guardare all’abbigliamento, molti grandi marchi della moda hanno deciso di abbandonare l’uso delle pellicce (anche i bordi) e una nota marca di piumini si vanta di non usare le piume d’oca: Save the duck, il nome lo dice chiaro e forte.
Tra i tanti cambiamenti provocati dalla “quantità” di Vegani e dalla “qualità” di Vegani in Italia c’è anche un progetto di legge a tutela di chi sceglie la dieta vegetariana e vegan: è stato presentato nell’aprile scorso dalla deputata Gabriella Giammanco per garantire scelte alimentari vegetariane e vegane anche nei luoghi pubblici, con sanzioni per chi non la rispetterà.
Dal punto di vista dell’Economia, uno studio americano di strategia dell’industria ha rilevato che investire in produzione di latte vegetale e derivati è l’investimento più sicuro da qui agli anni a venire. Politica ed Economia si occupano quindi di Veganismo come fatto di rilevanza e noi crediamo che continueranno a farlo.